12th Nov, 2014

Vinca il merito a scuola

Ieri a PORTA A PORTA da B. Vespa: RENZI e due Professori di fronte.
(anche su Face-Book) ·
“Credetemi, Visconte, raramente si acquistano le qualità di cui si può fare a meno” (P.A.F.Choderlos de Lanclos in “Le relazioni pericolose”). Credetemi, professori, credetemi…
*

Assistendo mi sono vergognato della poca apertura professionale e culturale di quei due Professori: noi non crediamo al merito, noi crediamo all’autovalutazione, rivendichiamo l’anzianità come unico ascensore di carriera, l’anzianità è la nostra competenza e altre amenità del genere. Se la SCUOLA senza aggettivi di buona o di altro è rappresentata da soggetti simili, sindacalizzati al massimo e rissosi, figuriamoci l’idea che si dà del servizio al Paese! Per fortuna ci sono docenti più seri e meglio qualificati. Di lato una DIRIGENTE scolastica, anche di una certa età, parca di parole che in poco più di un anno è riuscita a dotare il suo I.C. di Roma (cinque scuole) di una palestra facendo risparmiare 40.000 euro l’anno, senza contributi di Stato ed Enti locali ma solo con le elargizioni liberali e con la rete di solidarietà dei genitori. Senza contare la risistemazione e l’apertura del terrazzo con una visione spettacolare e mozzafiato sul Foro Romano che da sola meriterebbe il pagamento di un ticket. Dall’altro lato l’arrogante presunzione dei due Professori (“io sono 15 anni che aspetto di parlare”, la prof. dell’Ist. Tecnico di Poggio Mirteto volendo finalmente rubare la scena al Pres. del Consiglio e ci stava ridicolmente riuscendo) che arrogano a se stessi la valutazione del Sistema Scuola senza riconoscere i diritti della Società Civile (“alle famiglie, a mia nonna”, dice giustamente Renzi). Per loro ognuno deve valutare se stesso (mera autovalutazione senza dover rispondere ad altri). Bella serietà professionale! Anzi puramente scandaloso che non si senta neanche questa istanza morale, oltre che professionale. Un esemplare esempio di corporativismo! Da direttore di ruolo di Istituti statali per 33 anni, più 2 di reggenza, riconosco la libertà di espressione a tutti ma, permettetemi di dirlo, posso anche vergognarmi di questi due professori. Ed è vero, proprio vero non posso smentirlo dall’interno, che non c’è più di un 66% o 70%, al più se volete, che meriti di avanzare per merito sul gradone. E tutti questi precari ora stabilizzati per beneficio di decreto (ope legis), ora hanno il posto fisso fino alla pensione, le vacanze estive pagate, cioè hanno fatto un progresso considerevole, e la loro richiesta di ricostruzione della carriera dovrebbe tener conto che anche i vincitori di concorso (e loro non lo sono) se la vedono ricostruita solo per 2/3, mentre allargando la visione al Paese dovrebbero confrontarsi con i milioni di disoccupati, molti dotati anche di titoli e di curricula studiorum superiori ai loro, che non sanno come andare avanti, che non saprebbero come sfamare se stessi e i propri figli se non ci fosse il sostegno delle pensioni dei genitori. Gli ex-precari, i ben 150.000 ora stabilizzati, non possono pretendere tutta la promozione e la gratificazione per loro che pur non sono entrati nel sistema per merito (concorso). Tanto per chiarire il sottoscritto (45 anni nella Scuola) ha vinto ben quattro concorsi (tra l’altro al primo tentativo) di cui ben tre svolti in ambito nazionale. E da dirigente scolastico si è sottoposto, senza paure, all’eterovalutazione (SIVADIS) degli Ispettori Ministeriali. Il DS, insieme ad altri (ma anche alle famiglie degli utenti/clienti) è sicuramente competente, in un clima di diffusa autotutela, a valutare i docenti, venendo anche lui sottoposto ad un’organica valutazione annuale. Accade in tutta Europa. Finiamola, perciò, con le difese ad oltranza, con l’idea di invalutabilità del docente o del magistrato, con la sindacalizzazione spinta ben oltre il legittimo e il giustificabile, spesso solo per la difesa di prerogative della stessa organizzazione. E, per ora, seppure potrei continuare, mi fermo qui. Il merito esiste e credo di esserne stato un esempio, ma tanti altri se ne trovano nella Scuola Pubblica. E la chiusa presunzione fa male al dibattito.

SERGIO ANDREATTA, scrittore e già decano dei dirigenti scolastici italiani.

Ieri a PORTA A PORTA da B. Vespa: RENZI e due Professori di fronte.<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />
Assistendo mi sono vergognato della poca apertura professionale e culturale di quei  due Professori: noi non crediamo al merito, noi crediamo all’autovalutazione,  rivendichiamo l’anzianità come unico ascensore di carriera, l’anzianità è la nostra competenza e altre amenità del genere. Se la SCUOLA senza aggettivi di buona o di altro è rappresentata da soggetti simili, sindacalizzati al massimo e rissosi, figuriamoci l’idea che si dà del servizio al Paese! Per fortuna  ci sono docenti più seri e meglio qualificati. Di lato una DIRIGENTE scolastica, anche di una certa età, parca di parole che in poco più di un anno è riuscita a dotare il suo I.C. di Roma (cinque scuole) di una palestra facendo risparmiare 40.000 euro l’anno, senza contributi di Stato ed Enti locali ma solo con le elargizioni liberali e con la rete di solidarietà dei genitori. Senza contare la risistemazione e l’apertura del terrazzo con una visione spettacolare e mozzafiato sul Foro Romano che da sola meriterebbe il pagamento di un ticket. Dall’altro lato l’arrogante presunzione dei due Professori (“io sono 15 anni che aspetto di parlare”, la prof. dell’Ist. Tecnico di Poggio Mirteto volendo finalmente rubare la scena al Pres. del Consiglio e ci stava ridicolmente riuscendo)che arrogano a se stessi la valutazione del Sistema Scuola senza riconoscere i diritti della Società Civile (“alle famiglie, a mia nonna”, dice giustamente Renzi). Per loro ognuno deve valutare se stesso (mera autovalutazione senza dover rispondere ad altri). Bella serietà professionale! Anzi puramente scandaloso che non si senta neanche questa istanza morale, oltre che professionale. Un esemplare esempio di corporativismo! Da direttore di ruolo di Istituti statali per 33 anni, più 2 di reggenza, riconosco la libertà di espressione a tutti ma, permettetemi di dirlo, posso anche vergognarmi di questi due professori. Ed è vero, proprio vero non posso smentirlo dall’interno, che non c’è più di un 66% o 70%, al più se volete, che meriti di avanzare per merito sul gradone. E tutti questi precari ora stabilizzati per beneficio di decreto (ope legis), ora hanno il posto fisso fino alla pensione, le vacanze estive pagate, cioè hanno fatto un progresso considerevole, e la loro richiesta di ricostruzione della carriera dovrebbe tener conto che anche i vincitori di concorso (e loro non lo sono) se la vedono ricostruita solo per 2/3, mentre allargando la visione al Paese dovrebbero confrontarsi con i milioni di disoccupati, molti dotati anche di curricola studiorum superiori ai loro, che non sanno come andare avanti, che non saprebbero come sfamare se stessi e i propri figli se non ci fosse il sostegno delle pensioni dei genitori. Gli ex-precari, i ben 150.000 ora stabilizzati, non possono pretendere tutta la promozione e la gratificazione loro senza esser entrati nel sistema per merito. Tanto per chiarire il sottoscritto (45 anni nella Scuola) ha vinto ben quattro concorsi (tra l’altro al primo tentativo) di cui ben tre svolti in ambito nazionale. E da dirigente scolastico si è sottoposto, senza paure, all’eterovalutazione (SIVADIS) degli Ispettori Ministeriali. Il DS, insieme ad altri (ma anche alle famiglie degli utenti/clienti) è sicuramente competente, in un clima di diffusa autotutela, a valutare i docenti, venendo anche lui sottoposto ad un’organica valutazione annuale. Accade in tutta Europa. Finiamola, perciò, con le difese ad oltranza, con l’idea di invalutabilità del docente o del magistrato, con la sindacalizzazione spinta ben oltre il legittimo e il giustificabile, spesso solo per la difesa di prerogative della stessa organizzazione. E, per ora, seppure potrei continuare, mi fermo qui. Il merito esiste e credo di esserne stato un esempio, ma tanti altri se ne trovano nella Scuola Pubblica.<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />
SERGIO ANDREATTA, già decano dei dirigenti scolastici italiani.
(Sergio Andreatta, fotografato da Emanuele Bonsanti)

I Commenti sono chiusi.

Categorie