30th Gen, 2016

Sulle Unioni Civili

SULLE UNIONI CIVILI
di Sergio Andreatta (articolo n. 728)

“L’ALTRO E’ IL MIO INFERNO?”

Il celebre paradigma,senza punto interrogativo, del filosofo esistenzialista J.P. Sartre si presta ad un ragionamento. Un laico progressista o un cattolico adulto dovrebbe rispondere ovviamente di no, se fosse una domanda. La civiltà delle coesistenze e delle multiculturalità, come la nostra si ritiene, non si può basare sulla “damnatio”.
Come non si possono condurre battaglie, come quella del Family Day al Circo Massimo di Roma, e non m’importa se alla fine perdenti o vincenti, sul terreno dell’IDEOLOGIA religiosa.
Eppure si è pensato di tirare la giacchetta a Renzi pretendendo più ampiamente d’incasermare chi non fa parte del proprio esercito. Pensando di mantenere i gioghi insopportabili del passato e delle vecchie concezioni su chi non sopporta più di portarli. Siamo di fronte ad una trasformazione radicale, sociale e culturale sulla famiglia che non è neanche più quella di quando è stata scritta la Costituzione Italiana, figurarsi di quando è stata scritta la Bibbia. Fuori dal deposito dei miti e delle leggende, la storia italiana nel suo processo irreversibile ci parla di altro e le sue leggi non possono che stare al passo coi tempi. Nella storia che va avanti il legislatore non può che rilevarne i segnali. Ed ecco che il realismo storico non sembra lasciare spazi a trincee indifendibili.
Le unioni civili presto diventeranno legge sicuramente, perché l’italiano medio così vuole. Sostanzialmente non ha ognuno il diritto di vivere come vuole? In sintesi, fuori da astruse implicazioni bioetiche, la spinosa questione odierna che sembra dividere il Paese e, per opportunità elettorale gli schieramenti dei partiti, sembra potersi ridurre a questo:
“La libertà personale è inviolabile” (art.13, Cost.) e non sono ammesse forme di restrizione.

costituzione_italiana

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La nostra Repubblica ha “il compito (attraverso i suoi poteri legislativi, esecutivi e giudiziari) di rimuovere gli ostacoli che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza”, impedendo il pieno sviluppo della persona umana.
Nella COSTITUZIONE ITALIANA I PRINCIPI FONDAMENTALI (art. 1-12) sono in assoluto i più importanti, le fondamenta e i pilastri in cemento armato del nostro vivere sociale.
E allora: “Tutti i cittadini hanno PARI DIGNITA’ SOCIALE e sono eguali davanti alla legge, SENZA DISTINZIONE DI SESSO, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Eguali, dunque. Più chiaro di così.
Da cattolico adulto, se chiamato a pronunciarmi da un referendum popolare, dirò “sì” alla Legge sulle Unioni civili, di qualsiasi formato; dirò “no” (art.29) all’estensione del diritto matrimoniale agli omosessuali e a certe forme trasversali di adozione (stepchild adoption da rimettere semmai alla rigorosa e responsabile valutazione, caso per caso, del giudice minorile).
E infine mi sembrerebbe più che opportuno oggi ricordare che “Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d’una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative…” (art. 20 della Costituzione). Quindi nessun innalzamento di muraglie o valli contro la secolarizzazione dei valori nella società italiana. Non si vedono spazi per ingerenze della CEI e proclamazione di crociate. Provveda piuttosto il legislatore a tutelare meglio i diritti dei figli, in particolare minori: attraverso la famiglia sostenga i loro diritti alla cura genitoriale, all’affetto e ad un’esistenza dignitosa; attraverso la scuola promuova il diritto allo studio come strumento di sviluppo della propria personalità.
Questo è il credo italiano, questo è il mio credo. E in fondo una risposta da cattolico adulto io la rinverrei pure nel Vangelo quando Gesù dice:”Diamo a Dio quello che è di Dio, a Cesare quello che è di Cesare”, giacchè questo non mi apparirebbe solo in termini di tasse ma soprattutto come libertà e autonomia della legislazione statuale. (Sergio Andreatta, 30.01.2016)

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