5th Apr, 2016

Inaugurato alla Caritas di Latina il trittico «Creati per la carità» di Giorgia-Eloisa Andreatta

Giorgia-Eloisa_Andreatta_Trittico_Creati_per_la_Carità, 03.04.2016
Inaugurato alla Caritas di Latina il trittico «Creati per la carità» di Giorgia-Eloisa Andreatta

Giorgia-Eloisa Andreatta, trittico

Giorgia-Eloisa Andreatta, trittico

Arte e carità, binomio per un nuovo umanesimo.

Una “ricca idea di umanità e di fede sta all’origine dell’iniziativa che ha portato alla realizzazione di un trittico e alla sua collocazione nella sede della mensa della Caritas cittadina di Latina. – scrive il Vescovo Mariano Crociata nella presentazione –

Il Vescovo Mariano Crociata

Il Vescovo Mariano Crociata

L’inventiva dei responsabili della Caritas, e la creatività artistica unita alla passione di fede della pittrice Giorgia-Eloisa Andreatta, hanno dato vita ad un’opera d’arte pensata ed eseguita proprio per la mensa dei poveri. Avvertiamo un senso di ammirazione e di gratitudine per essa, perché tutti siamo arricchiti dall’orizzonte che si schiude di fronte all’iniziativa e alla contemplazione dell’opera”.
Domenica 3 aprile pomeriggio, proprio nella Giornata della Misericordia voluta da G.Paolo II, durante il Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco, il vescovo di Latina-Terracina-Sezze e Priverno Mariano Crociata ha benedetto il trittico ( “Creati per la Carità”, acrilico su tavola, 4,20x 2,50m. di Giorgia-Eloisa Andreatta) posto all’interno della Mensa della Caritas di Latina. «Creati per la carità», la grande opera, è stata realizzata dall’artista pontina in nove mesi traendo ispirazione da un preciso pensiero di Papa Francesco: “Sulla strada che lui ha fatto tutti noi siamo sotto lo sguardo di Gesù. Lui ci guarda sempre con amore. Ci chiede qualcosa, ci perdona qualcosa e ci dà una missione” (omelia del 21.09.2013). G.E. Andreatta con il parroco dell'Immacolata
Mentre l’artista di fama mondiale padre M.I.Rupnik scrive: “La pittrice Giorgia-Eloisa Andreatta rappresenta nel panorama della pittura contemporanea una non indifferente sorpresa, dato che, ormai da lungo tempo, gli artisti si occupano del loro mondo soggettivo e la loro forza creatrice si consuma nell’inventare un linguaggio adeguato per la loro forma soggettiva. In questo modo si sono delineate due tendenze, la prima quella che lavora prevalentemente sul soggetto, e l’altra è quella che lavora prevalentemente sulla ricerca del linguaggio. Il denominativo comune rimane comunque l’arte come espressione del soggetto, il linguaggio come forza irruente e l’originalità dell’artista. In tale contesto Giorgia si distingue per una maturità che supera molte presunte alternative del nostro tempo. La sua maturità consiste nel superare il dato di fatto dell’essere umano come individuo e la convinzione evidentemente esperienziale che l’essere umano è una persona relazionale tessuta su un organismo universale. Chiudere l’essere umano nel soggetto, nell’individuo significa legarlo nella sua natura ferita, mortale, in una zona isolata, chiusa e senza una realistica via d’uscita… Mentre Giorgia,…, fa crescere la sua speranza in un orizzonte che si apre su uno spazio e tempo dell’Ottavo giorno, nella concordanza dei tempi e degli spazi… Nella sua pittura la figura umana si purifica. La corteccia del mondo in quanto simbolo, come direbbe Florenskij, si snellisce di nuovo diventando quasi trasparente, diventando praticamente solo sguardo. Per questo Giorgia, al di là di quello che è oggi il cliché giornalistico della popolarità, è una vera artista, quasi rara, perché il dono ricevuto dalla memoria, dalla comunione viene vissuto da lei in forma nuova. Queste immagini che potrebbero dare sensazione dell’antico, vengono vivificate da una visione morbida, tenera, però maternamente tenace. E soprattutto vengono rivestite da un colorito luminoso, di gloria e di luce trasparente, benché intensa come il colore puro…. Anche le figure povere, provate, infreddolite dalle necessità e sprofondate nel bisogno sono avvolte nella forza del colore e nella luce della quale questi stessi colori sono testimoni…”.
Il trittico è composto da tre tavole. Al centro quella del banchetto celeste, con Gesù «pantocratore», tra Maria e Giuseppe, e ai fianchi il samaritano e l’adultera. «Questi due personaggi, il samaritano e l’adultera dicono con la loro sola presenza che i poveri, e noi con loro, hanno bisogno di cura e di perdono, e di perdono non meno che di cura. Ci dicono ancora che alla mensa di Gesù non ci si nutre solo di pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio», ha ricordato il vescovo nel suo intervento. Il samaritano e l’adultera che incontrano Gesù sono anche i soggetti delle due tavole laterali: quella della carità e quella della misericordia. Un movimento di nove personaggi su tre tavole a formare una croce luminosa. Il trittico, come segno di un «nuovo umanesimo» che coniuga arte e carità, si pone sulla linea del recente convegno nazionale di Firenze ove pure l’opera è stata presentata in un videofilm.

Giorgia-Eloisa Andreatta, presentazione del trittico

Giorgia-Eloisa Andreatta, presentazione del trittico

“In un’epoca di migrazioni e di diffuse povertà gli occhi dell’arte e dello spirito riescono a vedere ciò che altrimenti sarebbe impossibile. E l’arte di per sé riesce anche a sollevare con misericordia gli animi degli oppressi da tante miserie” ha detto l’iconografa Giorgia-Eloisa Andreatta ringraziando le numerose persone intervenute e chi ha potuto via via sostenerla nella creatività del suo progetto. © – Sergio Andreatta, 738, RIPRODUZIONE RISERVATA

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