19th Ott, 2016

Lago di Sant’Antonio, il lago scomparso

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Lago di Sant’Antonio, il lago scomparso  

di  Sergio Andreatta   (754)

“Dall’I.G.M. del 1936, a bonifica quasi fatta, il lago di Sant’Antonio c’è ancora; così come la palude del Vottero o Bottero tra Valmontorio e la foce dell’Astura”, scrive su Facebook con evidente sorpresa l’arch. Francesco Tetro cui rispondo brevemente: “Il Lago di Sant’Antonio, a Borgo Bainsizza, e’ esistito ben oltre quegli anni, fino al 1955. Fin quando qualcuno, dei viticultori baresi, ha deciso di farlo sparire facendo defluire le sue acque nell’Astura per… dei miglioramenti agricoli privati …” e poi “Piu’ interessante mi sembrerebbe sapere se quegli sbancamenti fossero autorizzati da qualcuno o non fossero invece abusivi, come credo, e lesivi dell’interesse generale e dell’equilibrio ecologico del territorio. Qualcosa in proposito si rinviene anche nel mio primo romanzo “769. Storie di pionieri”, Aurore, 2014, anche in  www.ibs.it ” E l’arch. Ugo De Angelis così aggiunge: “Del lago di Sant’Antonio ho la storia completa compreso gli originali progetti scaturiti dalle mie ricerche che ho chiesto di pubblicare, ma mi sembra che questo argomento è tante altre storie inedite del nostro territorio non interessino a nessuno. Comunque se volete saperne di più qualcosa ho pubblicato sul volume progetto SPACE, che come più volte ho cercato di pubblicizzare dal 2007 è consultabile presso la biblioteca comunale”. Ed io: “Lungo il corso del fiume Astura sono state progettate e realizzate negli ultimi 60 anni diverse trasformazioni ambientali, non credo tutte autorizzate dalle varie Autorità (anzi penso per lo più abusive e gravemente pregiudicanti i delicati equilibri ecologici preesistenti) che noi del posto conosciamo purtroppo bene. Così più a nord di un solo chilometro verso Le Ferriere la “sistemazione del bacino” ( a Canneto di Rodi con devastanti movimenti di terra) ancora 30 anni fa in Valle d’Oro, ora Valle della Speranza, per la realizzazione del noto ristorante immerso nel corso tanto reclamizzato dalle TV locali, ristorante location leader per cerimonie (matrimoni, etcc… ). Così è scoprire letteralmente… l’acqua calda o cadere dalle nuvole per queste paradigmatiche differenze in cartina (col lago riportato ancora oggi come esistente in alcuni atlanti). Il bacino del Lago (più a sud di 500 m.) non coincide, tra l’altro esattamente, con quello della discarica. E sul bordo del lago, sopra un’alta schiena d’asino sorgeva, ma esiste tutt’ora, il Casale Nuovo precedentemente citato in un altro post dell’arch. Tetro (come una delle stationes in merito all’ipotetico percorso dell’antica Severiana per il tratto, dopo Anzio, verso sud fino a Circei e Terracina) peraltro senza sapere dove esattamente esso si trovasse. La Valle dell’Astura, “culla della civiltà pontina”, incrocio commerciale e culturale di popoli (etruschi, volsci, latini ma anche di commerci marittimi greco-micenei) con primarie testimonianze archeologiche (il “Lapis Satricanum” è ritenuto la prima testimonianza scritta della lingua latina), è stata vandalizzata dalle ragioni politico-economiche della bonifica integrale e dalle pseudoesigenze della modernità (viticultura intensiva, discariche d’immondizie, Al Karama, ecc…). E pensare che erano già state condotte delle documentali campagne di scavo dagli olandesi (da qualche anno coordinati dalla prof.ssa Gnade) impegnati a Satricum già da fine Ottocento (acropoli, tempio della Mater Matuta, stipa votiva,…) e indagini sul campo da parte di alcune altre università (Sant’Orsola Benincasa, ecc…), con ricerche anche stratigrafiche (già dal 1934) , che testimoniano la preziosa presenza dell’uomo nel sito da almeno 5000 anni, se non più. Lì si è lasciato perpetrare un vero crimine ambientale e culturale, una devastazione al patrimonio dell’umanità di cui purtroppo, non si avverte ancora la reale percezione. Una mia stessa poesia degli anni settanta (“Imaginaria Satricum” pubblicata in Eucalyptus (Lucania Editrice, 1980),particolarmente apprezzata da Stanislao Nievo) denunciava già il misfatto consumato, nefandezza che sarebbe continuata nel disinteresse politico-amministartivo negli anni successivi in alimento ai vari interessi particolari. Una vandalizzazione culturale da condannare severamente, un immenso scandalo politico che chiama in causa le varie Amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo e per me anche un reato imprescrittibile! © Sergio Andreatta

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Ho trattato già negli anni scorsi questo argomento con altri articoli rintracciabili  in questo stesso blog.

http://www.presentefuturo.org/vi-racconto-space-progetto-pilota-per-la-valorizzazione-e-riqualificazione-culturale-e-ambientale-per-uno-sviluppo-turistico-sostenibile-dellambito-territoriale-denominato-parco-sa/

 

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