15th Mar, 2017

Ricordi della I Comunione

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Rimango a bocca aperta, disarmato, senza parole ogni volta che ne rintraccio una della mia infanzia. La vecchia foto impaginata in un vecchio album di famiglia che non sfogliavo da un’eternità è di quelle capaci di risvegliare i sopiti sentimenti, di rigenerarli. I tempi fermati dall’obiettivo sono quelli andati della mia I Comunione sessant’uno anni fa (1955) nella Parrocchia di San Francesco d’Assisi di BORGO BAINSIZZA.

sergio.andreatta_I_comunione_borgo.-bainsizza_1955.

sergio.andreatta_I_comunione_                     borgo_bainsizza_1955.

 

Il sacerdote ritratto al centro è Don Giovanni Gottardello, un padovano, religioso della Piccola Opera della Divina Provvidenza di don/san Luigi Orione.  Era il primo parroco di Borgo Bainsizza nella diocesi suburbicaria di Albano. Si sarebbe, tra l’altro, adoperato fortemente perché la popolosa frazione di Gnif Gnaf, nella sua giurisdizione parrocchiale, cambiasse toponimo in Borgo Santa Maria (ritenuto cristianamente più accettabile e dignitoso), sostenuto dal cons. comunale Francesco Gardin democristiano ma energicamente contrastato in Consiglio Comunale da mio padre Giulio Camillo Andreatta, esponente del MSI, molto affezionato a quel curioso nomignolo onomatopeico che, disse, tramandava il procedere degli stivali del Duce nel fango della palude. Anche le parrocchie di Borgo Montello (già Conca) e Le Ferrriere (con la Cascina Antica ove fu martirizzata la fanciulla (proclamata santa nel 1950) Maria Goretti) sottostavano alla stessa diocesi castellana ed erano pure affidate agli orionini, rispettivamente a don Cesare Boschin (misteriosamente assassinato in canonica a metà degli anni novanta) e a don Quirino Iori (successivamente lui stesso – transitato nel clero diocesano – parroco del nostro Borgo Bainsizza per oltre un trentennio). Con mons. Domenico Pecile, primo ordinario della nuova diocesi di Latina-Terracina-Sezze e Priverno, mi sarei personalmente adoperato per un cambio di giurisdizione proponendo che passassero sotto la Curia di Latina Borgo Bainsizza, Borgo Santa Maria, Borgo Montello e Le Ferriere mentre Campoverde, in comune di Aprilia, sarebbe dovuta passare come compensazione sotto la Diocesi di Albano. E così sarebbe avvenuto… Unico con i miei capelli biondi, ispidi come un porcellino riccio, io dovevo passare frequentemente per le mani di Zoilo De Grandis, il barbiere mio padrino. Lui sapeva rendermi accettabile alla società, secondo l’opinione di mia madre. Usava una macchinetta tosa-capelli che si inceppava di continuo ed io, allora, urlavo come un ossesso ma mai che l’avessi vinta… Normale, così, che crescessi invidiando le chiome dei miei compagni. Sarà stata quella macchinetta difettosa ad abituarmi alla sofferenza e a forgiare spartanamente il mio carattere? © – Sergio Andreatta, 769 Storie di Pionieri, Aurore Ed., Latina, ppgg. 156, 2014, II Edizione 2015.

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