18th Dic, 2020

Buon natale, Latina

Fontana di Piazza Quadrato

Buon 88° giovane Latina,

o più fedelmente Littoria/Latina, nulla di te volendo tralasciare. Nel clima natalizio dell’avvento ricorre oggi, 18 dicembre, il tuo compleanno, poco più che uno sbadiglio per una città cresciuta tanto in fretta fino a raggiungere gli attuali 130.000 abitanti, definitivamente “latinensi” ormai dopo i primi 13 anni da “littoriani”. Avevi 15 anni quando sono nato nel podere di un Borgo. La tua peculiarità era allora quella di essere una cittadina agraria, un “consorzio agrario” esteso su tutto il territorio comunale condiviso con i 14 borghi nuovi. La gente si stava ancora ritrovando appena uscita dalla martoriata guerra, dai bombardamenti sui tuoi edifici simbolo, la pianura dalla manomissione delle idrovore per scopi bellici, nel fresco ricordo di vicende particolari come lo sbarco alleato sulla costa tirrenica da Anzio a Borgo Sabotino che penetrando verso l’Appia e Cisterna si era giocato per alcune fasi anche al mio podere “769” di Borgo Bainsizza. Rassegnati alla sconfitta o liberati alla democrazia, secondo i personali punti di vista, i sopravvissuti si erano alacremente buttati sul lavoro dei campi e negli uffici alla ricerca di una normalità che avrebbe voluto nascondere le più recenti ferite dell’esistenza. E nascevano tanti bambini perché la generazione dei ventenni veneti arrivati per la bonifica aveva ripreso ad avere fiducia nel riscatto della terra e nella vita. Una ricostruzione totale dopo i tormenti. Nelle famiglie si viveva di umori contrastanti tra le prevalenti nostalgie esaltanti di alcuni e l’imprecante “damnatio memoriae” di altri e le stesse contraddizioni si vivevano nella acerrima battaglia politica della città alla fine presa saldamente in mano dalla democrazia cristiana. Ma gli impeti di questo partito portavano anche negli occhi bagliori di odio e distruzione verso tutto quello che potesse rimandare alla prima pagina di una storia ritenuta ormai più che solo sgradita. L’armonia del piano regolatore di Oriolo Frezzotti veniva compromessa per lasciar posto agli appetiti di famelici palazzinari assecondati nei loro progetti di arricchimento da politici collusi.  La bella cartolina della città ne sarebbe risultata in parte pregiudicata. La Cassa per il Mezzogiorno con la promozione dello sviluppo industriale, le conseguenti immigrazioni specie dal sud, l’espansione dei servizi fuorché il sistema stradale, la città  aggregante e sempre più solo aggregato edilizio, la riculturazione specializzata delle campagne più proficuamente votate ora a vite e kiwi e poi più recentemente le crisi, purtroppo, sia dell’industria che dell’agricoltura… Malgrado queste efelidi sul volto della tua gioventù, cui si aggiungono le inquietudini non sempre fisiologiche dei tuoi adolescenti o non più tali, la strisciante disoccupazione, il timore del covid da cui per quanto possibile ora dobbiamo continuare a guardarci,  io continuo a volerti bene, cara mia Città, e a sperare in una rinascita culturale e in una nuova classe di amministratori più attenti ai bisogni e al desiderio di benessere dei tuoi cittadini. Sergio Andreatta, 18.12.2020

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