9th Ago, 2009

Missionari oggi (Madre Camilla Andreatta, comboniana)

Missionari oggi

Alcune  domande a Madre Camilla Andreatta, missionaria comboniana dal 1968 che opera in Ecuador dal 1972

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 APPENDICE II

Anteprima del libro di

Sergio Andreatta “Esmeraldas, cuore d’Africa. Storia di una missionaria”

(Pubblicazione prevista per i primi mesi del 2014)

Missionari oggi

(Intervista a Madre Camilla Andreatta, comboniana)

Il rientro in Italia di Madre Camilla Andreatta, missionaria comboniana dal 1968 che opera in Ecuador dal 1972, ci offre l’occasione di porle alcune domande sull’essere missionari oggi e sulle sue significative esperienze.

D1.: Madre Camilla, (al secolo Bertilla Andreatta da Latina), che senso ha essere missionari nel XXI secolo?… E inoltre, sulla necessità della conversione al cristianesimo, qualche antropologo culturale in nome della libertà di scelta e di professione religiosa ha sostenuto che ognuno ha o dovrebbe avere, senza forzature, la libertà e il diritto di credere in quel che crede…

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R1.: Forse ha più senso oggi che nel passato, in uno scenario di pluralità, di cambiamenti e di crisi di valori. La nuova evangelizzazione, in direzione di un umanesimo cristiano integrale, agisce indirettamente valorizzando la persona per quello che è nel contesto della sua comunità. Cerca di portare, prima ancora che una parola di salvezza, un aiuto morale e formativo. Talvolta anche materiale… I missionari oggi rispettano ogni libertà della persona, propongono e non impongono la conversione. Con la testimonianza evangelica e con la parola… La proposta è di tipo esemplare e non verbale, nel senso che la richiesta di avvicinamento al Vangelo avviene dopo che sono stati osservati i comportamenti e le azioni del missionario.  

D2.: Quando e perché ha deciso che sarebbe diventata suora missionaria?

R2.: A 23 anni, nel 1963 quando, dopo un accurato discernimento tra il matrimonio, la vita religiosa e la vita missionaria, scelsi quest’ultima per poter donare la mia vita ai più poveri abbandonati.

D3.: Ci parli della famiglia religiosa delle Comboniane per le strade del mondo: quante siete, dove siete, il vostro carisma…

R3.: Siamo 1535 religiose, missionarie sparse in 30 nazioni di 4 continenti (Oceania esclusa). Il carisma ereditato dal nostro fondatore (1872), san Daniele Comboni, è l’evangelizzazione dei popoli non cristiani con preferenza per gli africani (“Salvare l’Africa con l’Africa”, questo era il suo Piano). E dall’Africa per le altre vie del mondo.

D4.: Dove opera oggi, Madre Camilla? Qual è il suo raggio d’azione?

madre-camilla-andreatta-esmeraldas-hogar-campesino-2007.jpgR4.: In Ecuador, Perù e Colombia come economa provinciale della congregazione. Ma il mio raggio di azione, per le adozioni a distanza, si concretizza maggiormente in varie province dell’Ecuador e per il campo della sanità nel “Centro asistencial Madre Anastasia” di Esmeraldas.

D5.: L’Ecuador, come terra di elezione missionaria, ed Esmeraldas il suo epicentro come ce li vuole descrivere?

R5.: Una terra molto amata da noi missionarie comboniane perché patria degli afro-discendenti, da una nave di schiavi naufragata all’imbocco del fiume Esmeraldas alla fine del XVI secolo. A Esmeraldas, “cuore d’Africa”, vivere e condividere l’esistenza con chi è dimenticato, continuamente umiliato dai governi di turno e fargli scoprire la sua dignità.

D6.: Tra i suoi tanti progetti una parte significativa è svolta dalle adozioni a distanza, il noto Progetto Educamy. Ce lo vuole illustrare?

misioneras-combonianas-esmeraldas-madre-camilla-andreatta.jpgR6.: Nato nel 1998 per aiutare nel campo della salute e dell’educazione le famiglie con molti figli. Il più bel regalo che si possa fare ad un niño e ad una niña è quello di rinforzare il loro senso di autostima e di autorealizzazione a vantaggio della loro buona crescita e, oltre loro stessi, per la famiglia e per il paese. La strategia missionaria per raggiungere questo traguardo prevede quegli interventi formativi che noi riusciamo a garantire loro grazie al supporto economico dei benefattori italiani.

D7.: La società italiana e pontina, con particolare riferimento alla sue radici native, come rispondono alle sue chiamate di solidarietà per i niños di Esmeraldas?

R7.: Rispondono generosamente. La parrocchia di S. Chiara di Latina mi ha adottata come missionaria fin dal 1996, associandosi ai vari progetti di sviluppo che via via le proponevo, particolarmente le adozioni a distanza (più di 100). Lo stesso i Borghi di Latina: Borgo Bainsizza, Borgo Montello, Borgo Carso, Borgo Isonzo, Borgo Podgora, Borgo Piave, Borgo S.Michele e altri. A Borgo Bainsizza, il mio borgo nativo, sono anche fortemente sostenuta dall’Associazione culturale “Arcobaleno” che ogni anno promuove, a fini di beneficenza, la manifestazione “Datti una mossa”. Altri aiuti mi provengono dall’associazione Alito di Ancona, dal Club Alpino di Verona, da cittadini di Troia (FG), di Verona, Padova, Vicenza, Belluno, Milano, Roma, dalla Comunità Emmanuele di Moscufo di Pescara e ancora da altri per un’azione di solidarietà e sostegno a beneficio di oltre 450 famiglie. 

D8.: Portare il Vangelo agli ultimi, nelle varie periferie del mondo… come si riesce coniugando la missionarietà dell’essere e della profondità religiosa dell’anima con le necessità del fare e dell’avere?

madre-camilla-andreatta-esmeraldas-visita-ad-un-paralitico-2008.jpgR8.: Attraverso la semplicità e l’empatia che nasce spontanea. Aiutandoli a risolvere una situazione quotidiana comincia un dialogo che ti porta lontano, sulle sponde del Vangelo.

 D9.: Come valuta il rischio che i poveri guardino ai missionari soprattutto come a degli assistenti sociali che portano soluzione ai loro problemi esistenziali, aiuto e soccorsi materiali, più che il messaggio di una conversione  alla vita cristiana?

R9.: Noi li aiutiamo cercando soprattutto di promuoverli come persone e, quando giunge il momento, come cristiani. Purtroppo ci sono ancora missionari che funzionano da assistenti sociali, erogatori di qualcosa; noi comboniane, però, abbiamo valicato già da un pezzo questo Rubicone. Non ci sentiremmo soddisfatte della sola risposta materiale che altri, vedi associazioni internazionali, sarebbero in grado di fare anche meglio di noi. Semmai, per la nostra secolare esperienza, cooperiamo con questi Organismi.

D10.: Pensa che i giovani e le giovani di oggi possano essere ancora attratti, come autorealizzazione personale, da una chiamata missionaria? Non crede che la caduta del tempo possa avere un po’ sviato da questo richiamo?

madre-camilla-andreatta-visita-pastorale-all-isola-di-san-jose-2008.jpgR10.: Ci sono ancora ragazze e ragazzi che rispondono alla chiamata, meno dall’Europa del benessere, più dai Paesi sottosviluppati. Complessivamente in minor numero rispetto al passato. Sembra quasi che nello stordimento consumista la voce di Dio si sia indebolita. E’ reale, quindi, nella crisi dei valori, una crisi di vocazioni. Si deve registrare, al contrario, un aumento dei laici, cui non è richiesta una dedizione completa, per tutta la vita ma soltanto temporale di alcuni anni. Laici colti che si accostano all’impegno missionario. Quando la crisi di vocazioni si acuisce siamo costrette a ridurre il numero delle opere, passandole in affido ad altri, religiosi del posto o laici opportunamente formati.

D11.: Il ricordo che la lega di più alla sua gioventù?

R11.: Quando ho sentito in me la voce di Dio che mi voleva tutta per sé. Questa voce ha cambiato il percorso della mia vita.

D12.: Quella volta che incontrò papa Giovanni Paolo II nel suo studio al Palazzo apostolico…

madre-camilla-andreatta-studio-privato-di-papa-giovanni-paolo-ii-1983.jpgR12.: Ho provato un’intensa emozione. Già entrando nella cappella privata della Redemptoris Mater sono stata colpita dalla sua statuarietà, per oltre dieci minuti si intratteneva in preghiera profonda nel suo inginocchiatoio con la testa fra le mani. Poi, dopo la messa, ad ognuna di noi la sua parola. “Ecuador, Ecuador…”.

D13.: Ora un po’ di visionarietà, che cosa si aspetta dal futuro?

madre-camilla-andreatta-esmeraldas-barrio-el-arenal-pastorale-educativa-2009.jpgR13.: Di continuare a promuovere, secondo le mie possibilità, l’evangelizzazione nella verde terra di Esmeraldas, di spendermi tra i niños, le loro famiglie, gli ultimi, con una preferenza per gli ammalati.

Si conclude così questa intervista alla missionaria comboniana in vacanza in Italia. Una sessantanovenne sorridente e ardente verso Dio da cui riceve la spinta per continuare ancora a camminare con l’entusiasmo di una novizia, ad innamorarsi dei suoi poveri di Esmeraldas. Venendo anni fa in contatto con realtà così deprivate Madre Camilla, come Daniele Comboni in Africa un secolo prima, non esitò a decidere di interessarsi, oltre che del tentativo di evangelizzazione, anche dei problemi socio-economici ed umani di questi afro-ecuadoriani dei barrios di Esmeraldas e, soprattutto, della sorte dei niños. Per loro la mano della solidarietà cristiana che ha l’impatto primo di un sorriso e il significato e il valore concreto della speranza.    Sergio Andreatta, Intervista a Madre Camilla (Bertilla) Andreatta, Latina 9 agosto 2009. © – RIPRODUZIONE RISERVATA www.andreatta.it

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Commenti

Tanto impegno, Dio gliene renda merito.

Una vita per la missione. Anche un vanto per Borgo Bainsizza e la nostra città di Latina.

Una vita per Dio ed ai poveri. Saluti

Grazie prima di tutto al Signore che ha scelto Madre Camilla quale strumento docile nelle sue mani, e grazia a Madre Camilla che ha detto come Maria il suo SI , manda me Signore.
Grazie Madre Camilla per tutto ciò che fai, il Signore ti benedica e ti doni tanta forza e salute per poter portare avanti la Missione che il tuo Sposo ti ha affidato.
Memento
Suor Alda

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Signor Andreatta,

di cuore la ringrazio per la segnalazione

in comunione sempre

sr maria teresa ratti.

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