Forse ha ragione Jeremy Bentham quando scrive in “Deontologia” che “la morale non è nulla più che la regolarizzazione dell’egoismo”. Regolazione e regolarizzazione. E non è poco specie in politica, strumento che dovrebbe essere votato al bene pubblico del Paese, dove invece l’odierno indebolirsi di questo grande principio preoccupa sempre più il cittadino onesto, vittima del grande inganno. In politica è legittimo avere delle aspettative, coltivare attese di impegno e di buona operatività e per questo andiamo periodicamente alle urne per premiare col voto un programma, un partito o una coalizione e delle persone ritenute più utili di altre per la comunità. Se poi questi onorevoli, non più candidati, sanno camuffarsi, violentano i nostri civili principi e abusano via via perfino delle belle parole per far scudo alle loro segrete cattive azioni… Beh, ci sentiamo allora, davvero, tanto truffati e se abbiamo ancora una superstite forza dentro, non definitivamente sfiancata, proviamo magari a ribellarci. Che miseria quella a cui stiamo assistendo! E non era il Plutarco delle “Vite parallele” a scrivere che neanche la moglie di Cesare può essere mai sospettata?! E, invece, la mala politica, rappresentata da una certa casta super-affezionata a se stessa e chiusa a riccio per iperproteggersi, priva di scrupoli ma anche della avvertita dignità di rassegnare qualche volta le proprie dimissioni per il bene pubblico, sa dire sempre e solo… amen: “Io non mi dimetto!”
E’ la morte dell’etica in politica
Dovunque ci giriamo, sacchetti di immondizia!
Non soltanto quella reale del napoletano ma anche quella metaforica, seppur altrettanto puzzolente se non più, della sopravvissuta politica “tangentara”.
Qui gli scandali sono seriali e senza fine.
Ma come fa una certa partitocrazia, di destra o di sinistra e perché no anche di centro, a “surfare” sempre con ostentata nonchalance su tutto?
E quali sono le prime tre notizie dei TG di ieri sera? Palermo, Benevento e Napoli?
E osano pure dire: o stai con me oppure salto il fosso e ti mando all’inferno!
C’è da augurarsi che funzionino, davvero, queste omertose catene associative di… estorta solidarietà?
“Al diavolo voi!” rispondono oggi tutti gli italiani onesti. Al diavolo!
Via, quindi, al… referendum e ad altri drastici scossoni.
Anche alla stessa crisi di governo se, questa, può servire a qualcosa.
Noi che amiamo la pulizia vogliamo solidarizzare invece, ora non domani, con la magistratura contro la politica mai tramontata degli affari, delle corruzioni, delle concussioni e delle collusioni. Da qui vogliamo lanciare un appello a favore dei molti magistrati fedeli allo stato, un omaggio alla loro coraggiosa indipendenza, seppure qualche altro (ma dove non c’è una pecora nera?) debba fare autocritica.
Sia rispettata la tripartizione dei poteri dello stato su cui si fonda la nostra stessa Costituzione.
Presidente Napoletano, Lei ha un Suo ruolo in questo e noi tutti confidiamo nella Sua autorità di garante super partes.
No, non si permetta alla mala-politica di demonizzare, di continuare ad infangare (“Quel giudice è una macchietta!…”, “Quei giudici sono nel libro paga di…”, ecc…) per tentare di sfuggire alle proprie precise responsabilità e di esorcizzare le proprie paure. Tra quei fedeli servitori dello stato c’è chi ha pagato con il proprio sangue la sua fedeltà e sono anche più numerosi, nell’inventario dei martiri laici, dei politici. E non sarà un caso, no? Perciò non si tratta solo di tributare la presunzione d’innocenza all’imputato fino alla condanna in giudicato, si tratta anche di garantire al giudice la sua autonoma ed inequivocabile funzione senza bavagli. Sergio Andreatta