4th Lug, 2011

L’ira furente del Sindaco di Picinisco, la Regione Lazio non rispetta la cultura popolare della Valle di Comino

Lo sdegno di un Sindaco: la Regione Lazio calpesta l’anima delle nostre antiche Comunità.

Duro Comunicato Stampa dell’ing. Giancarlo  Ferrera*: penalizzati la tradizione, il turismo e l’economia estiva della Valle.

*(Neo vicepresidente del Consiglio direttivo del PNALM).

 

“La giunta regionale del Lazio ha emesso il suo verdetto: con delibera n. 293 del 17 giugno ha stilato la graduatoria delle manifestazioni tradizionali del Lazio, cui ha attribuito un punteggio e concesso il patrocinio oneroso: tre fasce di merito per tre fasce di contributo, rispettivamente di 25.000. 10.000 e 3.500 euro, con punteggi che vanno da 100 a 40. Al di sotto dei 40 nessun contributo.

La Valle di Comino vede riconosciuti pochissimi eventi, tutti in terza categoria tranne uno, Atina Jazz in seconda: tanto per dare un’idea, centri come Arpino, per esempio, ne hanno due di prima fascia, per un totale di 50.000 euro, a momenti più di quanto la Valle abbia raccolto tutta assieme…”.

Questo l’inizio del duro Comunicato dell’ing. Giancarlo Ferrera  sindaco di Picinisco che ama profondamente il suo gioiellino di paese e la immaginifica Valle sottostante. E come non dargli ragione? Qui la cultura popolare, la tradizione, il folklore sono da sempre essenza di un solido modo di essere, di apparire e di esistere. I paesi medievali se la tramandano da secoli, di generazione in generazione… Rappresenta quella linfa vitale capace di attrarre l’emigrante di ritorno nel mesi estivi di luglio e, soprattutto di agosto quando tornano per le vacanze sotto il manto della Madonna di Canneto, con lo scopo di mantenere salde le antiche radici, dall’Inghilterra, dalla Scozia, dall’Irlanda, dal Belgio, dal Canada,… Non che si possa rimproverare la Regione per aver tentato finalmente la razionalizzazione di una spesa esorbitante e fuori registro per le varie “sagre degli gnocchi, delle crespelle, del polentone, delle sagne, ecc…”. Non si discute qui del ragionevole principio ma del metodo applicato e imposto perché è proprio a queste sagre mangerecce, che di culturale hanno ben poco, che sarebbero stati scandalosamente attribuiti dagli Uffici regionali dai 40 ai 50 punti secondo il Sindaco Ferrera. Mai possibile? Proprio così, fatta la legge, scoperto l’inganno. Prevista e adottata una delibera basta entrare nella macchina e ingraziarsi la simpatia di qualche compiacente valutatore. Per aprire la porta serve una maniglia e sono in tanti i neo-eletti in Regione che la offrono. Perché è proprio questo il problema di fondo. Chi ha valutato l’inventario e con quali criteri di trasparente obiettività, piuttosto che di mero clientelismo paesano ed elettorale? Soli 30 punti assegnati al Pastorizia in Festival la ben nota manifestazione piciniscana di grande successo  giunta quest’anno alla sua decima edizione. 30 punti, cioè zero contributi! Pazzescooo! “Mi domando da chi sia composta la Commissione che ha esaminato e giudicato le iniziative – continua interrogandosi preoccupato il Sindaco Ferrera – e quanto sia al corrente di questi risultati l’assessore al Turismo, Zappalà…”.E dice questo, il sindaco, quasi sperando in una prova d’appello da parte del collega ingegnere di Latina. “Viene ignorata una manifestazione di spessore che valorizza la nostra storica pastorizia e celebra un riconoscimento imminente della Dop per un pecorino famoso in tutta Italia; viene mortificata la passione di un’Amministrazione che lavora sodo per rifiutare che i piccoli paesi montani muoiano; viene offesa un’intera comunità locale; e tutto questo viene con l’attribuzione di un punteggio mortificante…”. Il sindaco evoca, quindi, anche l’imposto ridimensionamento della gara nazionale di Trail running portata in Valle di Comino da Loris Nardelli; il Festival delle Storie che con la Metanotte o notte bianca della letteratura aveva riscosso l’anno scorso un successo davvero straordinario. “Siamo di fronte ad un altro schiaffo, conclude il Comunicato del Sindaco, di nuovo la Valle di Comino e uno dei suoi Comuni che più si impegnano per tenerne alto il nome e la dignità, vengono declassati a realtà marginali… Siamo tristi e demoralizzati ma soprattutto preoccupati per il nostro futuro, dal momento che ogni giorno viene a mancarci qualche cosa”.Come dargli torto? Chi, come noi frequenta da sempre questo stupendo angolo della natura da tramandare ai posteri (siamo sul versante laziale del PNALM) si rende immediatamente conto di quanto disinteresse politico profondo e aumentato graviti intorno a queste stupende, seppur piccole e ancestrali comunità montane. Un qualcosa che definire “scandalo” è assolutamente niente!  © – Sergio Andreatta – Riproduzione riservata

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