di Sergio Andreatta
Due questioni, più attualmente di altre, agitano in questi giorni la nostra città: quella dei writers che ne insozzano ogni angolo, ogni parete pubblica e privata, che non risparmiano neanche i monumenti e i simboli più rappresentativi. Non risparmiano le chiese, il municipio e gli edifici di fondazione, non risparmiano la stele del Monumento ai Caduti al Parco Comunale.
La questione non è nuova ma degera e s’ingrandisce ogni giorno di più per cui il sindaco, nel tentativo sperabilmente non sterile, di fronteggiarla ha dichiarato di voler passare, seppure tardivamente, ad azioni di “tolleranza zero“. Ci riuscirà? Sarà, davvero, ben difficile in questo andazzo di trasgressività invadente ma me lo auguro convintamente nell’interesse preminente del decoro etico, prima ancora che soltanto urbanistico, della nostra città di Latina. Su questo triste fenomeno pubblicai già alcuni anni fa tre lunghi articoli (1°, 2°, 3°), ma nel frattempo la situazione è andata peggiorando e di brutto. E benchè il fenomeno non sia da ritenersi esclusivamente pontino ma appartenga contradistintamente alla civiltà giovanile anche della capitale e di altre città italiane se non del mondo, si ha il senso non soltanto dell’inerzia di fronte ad un progressivo decadimento ma anche dell’impotenza, oltre che della vistosa bruttura. Poi, in aggiunta, nessuno valuta e contrasta efficacemente quel fenomeno che io, usando una metafora impropria, chiamo dei “writer acustici” notturni. Ogni fine settimana questi turbano le nostre ore notturne fino alle quattro-cinque del mattino con tamburanti batterie (zona dei giardini, parco S.Marco, parcheggio dell’ospedale, area del mercato, piazza Moro, piazza S.Maria Goretti, …) qualcuno pensa che siano pusher ambulanti che usano questo sistema per farsi più facilmente individuare dai clienti… Senso grave di un guasto sociale che vediamo avanzare, come avanza non-neutralizzato il consumo di droghe, a sua volta cartina-di-tornasole di un malessere cercato, di un quadro di illegalità concreto, quotidiano, diffuso ed è, questa, la seconda questione che ci agita ancora con più allarme. Le mani della criminalità organizzata si vanno estendendo sugli appalti pubblici, sull’economia e sull’imprenditoria di una città ormai casertanizzata. Le ditte locali non lavorano più e se vogliano un pò di… ossigeno devono umiliarsi all’accettazione di un subappalto da strangolamento dove gli esiti sono l’assoluta mancanza di sicurezza nei cantieri e la scarsa qualità delle opere. Camorra, ‘ndrangheta e altre organizzazioni, più la caratterizzata mala locale di alcune famiglie nomadi o quella straniera minore di rumeni e e albanesi, sembrano spartirsi il territorio pontino secondo mappe di interesse andando ad intaccare gli stessi valori fondativi della Costituzione e della nostra pacifica e democratica convivenza. Ed ecco prender corpo l’idea di una reazione civile… Bene hanno fatto gli esponenti del PD, Maurizio Mansutti e Giorgio de Marchis, ad esporre al Prefetto la loro e la nostra più viva preoccupazione. L’allarme deve essere raccolto da tutti, anche da chi fino ad oggi ha fatto la politica dello struzzo. Le Autorità si allertino, contro questi micidiali vulnus rinforzino la guardia e la difesa del territorio in modo moderno ed efficace sapendo che non è più il tempo di… valli di Adriano. L’allarme deve essere in primis raccolto dall’autocoscienza di una comunità cittadina che si deve organizzare e scendere in piazza prima che la metastasi dilaghi ulteriormente e che ogni segno di civile protesta possa essere annientato da forme subdole di irresistibile pressione. E scenda, pure, in campo la scuola pontina con la sua strategia educativa di alleanze con la famiglia e in modi e forme più incisive di quanto non abbia saputo fare fino ad ora. Sergio Andreatta
Altri articoli correlati dello stesso autore (Writer a Latina):
http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=22062
http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=22087
http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=22156
Anche sul quotidiano La Provincia dell’8.09.2008, pag.13.