21st Giu, 2013

Tumulato a Picinisco, dove sono le sue radici, l’ex-ministro della Repubblica Adriano Bompiani

   La salma del sen. prof. dott. Adriano Bompiani, deceduto il 18 giugno al Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” di Roma, dove era ricoverato da alcuni giorni a seguito di un grave politrauma conseguente a un incidente stradale*, è stata tumulata questo pomeriggio nel cimitero di Picinisco (nel recinto dell’antica Badia di Santa Maria), il bel paese dell’alta Val di Comino (P.N.A.L.M.. versante laziale) di cui è originaria la sua famiglia e con cui ha sempre mantenuto stretti legami affettivi. Il professor Bompiani, era nato a Roma il 19 febbraio 1923 da famiglia piciniscana. (Leggi tutto) >

Dal 1964 docente universitario a Milano di fisiologia e patologia della riproduzione umana. Dal 1969 al 1996 direttore dell’Istituto di clinica ostetrica e ginecologica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore dove fonderà una scuola di Clinica ostetrica e Ginecologica. Eletto senatore per la Democrazia Cristiana nel 1976 (VII legislatura) e ancora per altre successive (VIII-IX-X), si è particolarmente adoperato per la difesa e la promozione dei valori fondamentali del vivere civile, quali la tutela della vita, la tutela della salute e della cultura. Adriano Bompiani è stato presidente della Commissione Sanità dal 1983 al 1987 e presidente della Commissione per la Pubblica Istruzione dal 1987 al 1990. Sotto il Governo di Giuliano Amato (1992-1993), il Sen. Bompiani è stato Ministro per gli Affari sociali e a lungo e con continuità ha studiato e si è occupato dei problemi legati alla bioetica. E’ stato autore di una vasta e apprezzata produzione scientifica su argomenti di bioetica, etica medica, genetica, medicina prenatale, biomedicina e di saggi sugli aspetti clinici ed etici tecniche di procreazione assistita. È stato il primo presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1990 e, quindi, membro del Comitato di bioetica del Consiglio d’Europa. Ha collaborato alla redazione della Convenzione Europea sui diritti dell’uomo e per gli aspetti della biomedicina. Come scienziato ha partecipato alle sessioni del Comitato di bioetica dell’Unesco finalizzate alla stesura della Dichiarazione Internazionale sul genoma umano e sui diritti dell’uomo. Da cattolico convinto e perseverante ripeteva in ogni occasione che l’eutanasia era da cancellare, anche come parola del vocabolario. Questa sua frase è rimasta celebre e tale da essere ripresa qualche volta anche dal noto bioeticista, suo amico, cardinal Elio Sgreccia. Gli sembrava, infatti, un ossimoro per la matrice dei suoi radicati e praticati valori cristiano-cattolici ma nella società contemporanea italiana convivono oggi sensibilità laiche e istanze culturali politiche diverse, come quella rappresentata dal sen. dott. Ignazio Marino neo-sindaco di Roma, che sembrano non indifferenti, in casi eccezionalissimi, allo spirito umanitario di altre soluzioni. Bompiani è stato un attivo presidente dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”, nonché membro del Comitato direttivo di bioetica del Consiglio d’Europa. Ho avuto modo di conoscerlo di persona a Roma, prima ancora che nelle frequenze a Picinisco dove ritornava brevemente nella sua casa per le vacanze, e di apprezzarlo per la vastità delle sue valutazioni scientifiche ma, soprattutto, per le sue squisite doti umane. Il legame con il suo piccolo paese e il suo suggestivo patrimonio paesaggistico, dal ripido fiume Melfa alla dolomia delle alte Mainarde e del Meta, il legame con la tradizione religiosa dei pellegrini viandanti ad agosto verso il Santuario della Madonna di Canneto, affiorava spesso nelle sue parole con piena e sincera nostalgia per la sua infanzia. Solo pochi anni fa la sua bella casa cittadina, nel medioevale Rione Castello, veniva ceduta al Comune di Picinisco che, dopo averla ristrutturata, la destinava a biblioteca comunale e a centro socio-culturale. Solo il sogno di una notte di mezza estate, però, perché la carenza di risorse finanziarie, aggravatasi negli ultimi anni, doveva far mutare radicalmente il lodevole progetto comunitario. Alla famiglia che conserva la pittoresca, e da lui prediletta, casa rosa di campagna (La Palombara) all’ombra del monumentale pino romano e altre radici secolari, si unisce nell’abbraccio di compartecipazione al dolore l’intera Comunità piciniscana rappresentata dal Sindaco Marco Scappaticci.

Picinisco, vista su La Palombara / Sergio Andreatta

In una lettera del 23 marzo scorso, confidenzialmente indirizzata all’ex vice-sindaco Riccardo Mancini, l’anziano ex-ministro, come in preda ad oscuri presagi, gli raccomandava la cura manutentiva di quella casa di modo che il figlio Roberto e il nipote Alessandro potessero continuare a beneficiarne in futuro senza problemi. In realtà era il desiderio di mantenimento del legame col paese che Bompiani  faceva trapelare intendendo preservarlo integro con la consegna ai suoi, mentre si preoccupava anche di aderire ad un progetto sociale, la costituenda Cooperativa che si andava appena allora delineando con lo scopo di dare impulso alla stagnante economia locale con la significativa valorizzazione dei prodotti enogastronomici tipici e, soprattutto, creando un’occasione di lavoro per tanti giovani disoccupati. Siamo certi che l’Amministrazione comunale, dopo una doverosa pausa di silenzio e di riflessione, prenderà in esame l’intitolazione, nel rispetto delle procedure previste, a questi tra i suoi più illustri cittadini di ogni epoca, di una piazza o di una via o magari della stessa romantica passeggiata alberata che, dal Parco Montano, porta fino alla Fonte Bolletta, da tempo immemore, nel diritto privato della famiglia.  Sergio Andreatta, RIPRODUZIONE RISERVATA

* Investito da un motociclista.

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