“Camilla, Missione Esmeraldas”, 2015

Sergio Andreatta, Camilla, Missione Esmeraldas, Aurore, LT 2015, ppgg. 450.

Sergio Andreatta, Camilla, Missione Esmeraldas, Aurore Ed., Latina, ottob. 2015, ppgg.450.

Sergio Andreatta, Camilla, Missione Esmeraldas, Aurore, Latina, X 2015, ppgg.450.

Alla fine il titolo di “Camilla, 50anni di missione” è stato modificato in “Camilla, Missione Esmeraldas”.

DALLA RETROCOPERTINA

 

Bertilla è una bellissima ragazza di vent’anni con in testa pensieri più grandi della sua età. Vive in un borgo nuovo dell’Agro Pontino, appena redento dalle malariche paludi, dove i suoi sono giunti dal Veneto come pionieri della bonifica integrale. “Cosa sarà della mia vita?”, si chiede di continuo dopo la tragica morte del padre. Nell’Italia del boom economico degli anni ’60 lavora in fabbrica, come altre sue coetanee, è fidanzata ma non sa ancora se sia proprio questa la sua strada. Dal Lebbrosario di Alito, Uganda, le arriva un giorno una lettera che la farà riflettere a fondo, fino al discernimento. Poi il 29 settembre del 1965 emetterà i suoi voti diventando Sr. Camilla, missionaria comboniana ancora oggi sulla breccia delle periferie del mondo. A Esmeraldas opera tra gli afrodiscendenti, continuando a lottare tenacemente per la loro dignità…

E c’è un papa dalla parte dei poveri, venuto da lontano a scuotere le fondamenta di una cristianità opacizzata. Un papa dal cuore grande, senza confini, che sa sdoganare i pensieri degli altri e indire il giubileo della misericordia. E tra tante piccole anime grigie trascinate dalla caduta dei tempi e dalla desacralizzazione dei principi si muovono per le vie del mondo i missionari perché la missione di annunciare il Vangelo, ha ricordato papa Francesco, “non comincia dal centro ma dalle periferie. Esattamente come fece Gesù che iniziò a predicare non da Gerusalemme, ma dalla Galilea. E scelse tra i suoi discepoli gente umile e non i dottori della legge”

“L’intento di questo libro è quello di promuovere, attraverso la testimonianza di suor Camilla, una sorta di discernimento, identificando, sul suo esempio, dei possibili percorsi per ridare slancio alle nostre comunità. La missione non è per i musi lunghi, i pessimisti o i visionari dell’ultima ora fidelizzati alla religione attraverso discutibili forme di devozione. È il cuore che deve battere di passione. È un qualcosa che c’è dentro ogni credente, che agisce come una molla che fa saltare…Un tentativo, quello dell’Autore nel raccontare le vita missionaria  di sua sorella, a  dir poco temerario, ma sicuramente riuscito…”(Padre Giulio Albanese, Prefazione).