Diario metafisico 2014
Andando alla ricerca di noi stessi (chi siamo, dove andiamo,…) ci siamo radunati il 12 e il 13 luglio su all’Eremo di S. Egidio sul Monte Gonfalone (sopra Frosolone) per l’annuale ritiro spirituale organizzato dal Gruppo Spes. Qualcuno della cinquantina di persone era già partito da Latina venerdì 11. Il Cammino Spes, nato nella Parrocchia S. Chiara, ad opera di alcuni laici, è cresciuto e si è diramato in seguito anche in altre realtà (S.Benedetto, S.Pio X e altrove). Nella semplicità il suo programma prevede un cammino di preghiera, meditazione e adorazione da cui trarre input per il proprio cammino esistenziale. Gli aderenti s’incontrano settimanalmente, ogni venerdì sera dell’anno, nella Cappella del Monastero delle Clarisse. Ricorre quest’anno il decennale del movimento, come ricorda il diacono Daniele e l’incontro si è scelto di farlo vertere sulle Beatitudini secondo S. Matteo.
Partecipano, come al solito, interi nuclei familiari con figli di tutte le età, anche in tenera come Daniele di neanche cinque mesi o di qualche anno più grandi come Federica, Stefano e Simone. Le giornate, a tratti coperte da nuvole passeggere, sono solari ma investite da un forte vento freddo di tramontana. Alla spiritualità si alternano momenti di allegria e animazione sotto la regia di ragazzi più grandi, anche capaci di mettere in scena con un improvviso colpo di teatro l’assedio di Assisi ai tempi di S. Chiara. Mentre tutti gli altri cercano nei “deserti”, momenti di silenzio e di isolamento, la loro essenza spirituale. Guida la due-giorni, che si svolge pertanto prevalentemente all’interno degli ambienti dell’Eremo, il francescano P. Luciano Proietti, anche autore di diverse opere di spiritualità, che nei silenzi della montagna molisana per il lato alto incorniciata dalla Morgia Quadra conduce vita eremitica volgendosi alla preghiera e all’ascesi. Le beatitudini sono il nome dato ad una parte molto conosciuta del Discorso della Montagna di Gesù e riportate al capitolo 5 del Vangelo secondo Matteo. Secondo la tradizione cristologica il cristiano, nelle beatitudini, trova la sua carta d’identità e se non si identifica pienamente nella persona di Cristo non può accedere al Regno di Dio. Nel gruppo è inserito Don Daniele Della Penna, parroco di S. Chiara di Latina che, tra l’altro, ha recentemente avviato i lavori per la costruzione della nuova chiesa lungamente attesa dalla Comunità pontina. Ma quassù è Padre Luciano ad approfondire e ad attualizzare il messaggio evangelico che viene scelto sempre con un anno di anticipo. Per il 2015 ci si orienterà ancora sul tema di “Beati i miti, perché erediteranno la terra”.
Padre Luciano, rivolgendosi ai partecipanti di questa Beatitudine propone alcuni spunti di riflessione:“L’uomo mite e colui che, malgrado l’ardore dei suoi sentimenti rimane duttile e sciolto, non possessivo, interiormente libero e perciò non schiavo dell’ira. E’ rispettoso della libertà altrui… Il mite, nelle relazioni personali, non usa costrizione e prepotenza, perché sa che è più efficace la passione persuasiva. Il calore dell’amore. E’ delicatamente attento nei riguardi altrui”. 1) Con questa beatitudine Gesù condanna chiaramente ogni forma di prepotenza. I prepotenti sono degli sventurati, cadranno come un vaso di argilla che viene frantumato. 2) Gesù promuove il coraggio della non violenza. 3) E’ importante coltivare in tutto lo spirito di dolcezza, di pazienza e di pace. Educarsi ad andare d’accordo in famiglia”.
Ed è lui stesso a richiamare l’attualità e la necessità, per certi versi, storica di personaggi della grandezza di Gandhi, Martin L.King e del sudafricano “Mandiba”, da poco scomparso. Sergio Andreatta, www.andreatta.it