27th Ago, 2019

Picinisco. Il passaggio delle Compagnie di pellegrini per il Canneto

Che cosa può attrarre così tanti Pellegrini da nove secoli, esattamente da quando si diffuse la leggenda della pastorella Silvana, se non la devozione alla Madonna Bruna del Santuario/Basilica di Canneto? Organizzati in Compagnie convengono dai lontani paesi dei tre confini (Lazio, Abruzzo, Molise), i molisani scavalcando per il Passo dei Monaci perfino le Mainarde alte più di 2000 metri. Quelli a piedi del versante ciociaro sfilano prevalentemente sotto i nostri balconi di Via San Martino a Picinisco in un misto di fede, rispetto delle tradizioni antiche e con spirito di avventura.

Sergio Andreatta, lago di Canneto

Quelli in macchina passano invece più comodamente per la provinciale tangente  Settefrati. Ma la evocativa suggestione è da sempre tutta riservata  ai camminanti. Dal Montano di Picinisco (735 m. s.l.m.) mancano ancora 11 km. su un sentiero boschivo ascendente per 400 m., poi quasi all’improvviso si apre l’altopiano ed ecco su uno sperone roccioso sopra il placido laghetto il Santuario, quello nuovo voluto 40 anni fa dal rettore mons. Dionigi Antonelli (attualmente è rettore don Antonio Molle) che ha saputo catalizzare le imponenti offerte di tanti emigranti.  Si entra per una preghiera davanti alla miracolosa statua della Vergine e per il “tocco” del suo manto occorre aspettare in fila il proprio turno. Quasi tutti assistono alla funzione e molti approfittano per la confessione dei peccati. Per gli anziani è una porta aperta verso i ricordi della loro giovinezza, per i giovani una finestra sul futuro. Lungo i giorni di un cammino che purifica via via lo spirito pregano litanie e innalzano inni: “Evviva Maria, dell’ermo Canneto un pò Loreto…” ma nelle soste di questa che è comunque una piccola avventura hanno l’occasione di incontrarsi in allegria con i camminanti di altre Compagnie riconoscibili dai loro stendardi. Si danno sguardi, ammiccamenti, nascono amicizie tra giovani e talvolta ancora oggi, dove pure sono aumentate di molto le occasioni di un incontro, nascono innamoramenti. E’ un bello che si ripete ogni anno nei giorni dal 18 al 21 di agosto nel grembo della incontaminata natura del P.N.A.L.M., accompagnati dal religioso murmure, già sacro ad altre prime divinità pagane come Mefiti e Mater Matuta, del fiume Melfa qui a Picinisco ricco di balzi, cascatelle e impreziosito dal lago di GrottaCampanaro e dallo Stramazzo e più verso il villaggio dalle terse gore del Ponte Romano e dall’imponente cascata artificiale. Un percorso indicato a tutti per la sua suggestiva ed incontaminata bellezza, e per primo ai miscredenti religiosi. Un’esperienza di valore antico assolutamente da fare almeno una volta nella vita. Sergio Andreatta (Riproduzione riservata).

Sergio Andreatta, fiume Melfa, Capo d’acqua

I Commenti sono chiusi.

Categorie