13th Mar, 2017

La mia I elementare a Borgo Bainsizza nel 1953-’54

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“Wow!” e rimango a bocca aperta, disarmato, senza parole. La vecchia foto ritrovata in un cassetto è di quelle capaci di risvegliare i sopiti sentimenti, di rigenerarli. I tempi sono quelli andati della mia I elementare a Borgo Bainsizza. Era l’a.s. 1953/’54.

sergio andreatta I elementare borgo bainsizza

BORGO BAINSIZZA, uno dei nuovi inaugurati da Mussolini stesso (il 18 dic. 1933) durante la bonifica delle paludi pontine, non aveva ancora piazza e strade asfaltate ma di ghiaia bianca. Nuvole di polvere si sollevavano d’estate e schizzi di fango d’inverno al passaggio di ogni veicolo. Luce e acqua pubblica erano a beneficio delle sole nove case disposte intorno alla piazza. Tutte le altre, disseminate nei vasti orizzonti intorno, si illuminavano a sera con i lumi a petrolio o a gas che bucavano le tenebre, molto meno della luna, mentre i cani cominciavano già a corrispondere da un podere all’altro con l’esperanto dei loro abbai. Le famiglie dei coloni numerosissime e per lo più venete, continuavano ad attingere l’acqua, come il primo giorno della migrazione vent’anni prima, dai pozzi romani; la pescavano con una pompa a mano a una falda copiosa proveniente dai Lepini non ancora inquinata dall’attività delle fabbriche e dall’uso dei fertilizzanti chimici in agricoltura. Tutti erano coltivatori diretti e il lavoro dei campi a frumento, fieno e poi viti era l’attività prevalente, se non l’unica. La vita si intesseva di ricche relazioni interpersonali, si svolgeva all’interno delle corti dei poderi e nei pochi centri di aggregazione disponibili nel borgo (la chiesa, la scuola elementare, il consorzio agrario, la dispensa, la nostra osteria, il dopolavoro Enal,…). Per le strade poderali era tutto un movimento di pedali, non c’era persona di ogni età che non avesse imparato ad andare in bicicletta fino a … Littoria: vecchi, bambini, belle ragazze con le larghe gonne di quegli anni che svolazzavano per il piacere di chi le guardava… Giulio Camillo, mio padre, oltre che dirigere il dopolavoro, suonava il clarinetto e il sassofono, dirigeva il coro di San Francesco e la sua band nelle feste da ballo o dei frequenti raduni dei combattenti e reduci tra una forchettata di penne piccanti al peperoncino e l’altra e un buon goto di clinton a smorzare gli ardori… Eppure ancora oggi si continua a pensare a quell’epoca come ad… una perduta età dell’oro. La scuola del borgo viveva per la regia della maestra Scarpa che, per farlo meglio, vi abitava pure dentro. Il plesso dipendeva dalla direzione di Piazza Dante (I Circolo didattico di Latina) di cui era direttore il setino Vincenzo Tasciotti che una volta, dopo avermi pubblicato su “Il Pennino” una poesia segnalata dall’insegnante, tornò per dirmi: “Un giorno tu sarai  mio successore”, il primo direttore didattico nato a Latina. © – Sergio Andreatta, 769 Storie di Pionieri, Aurore Ed., Latina, ppgg. 156, 2014, II Edizione 2015.

Sergio Andreatta, 769. Storie di Pionieri, Aurore, 2014.

Sergio Andreatta, 769. Storie di Pionieri, Aurore, 2014.

Sergio Andreatta, "769. Storie di Pionieri", Aurore, 2014

Sergio Andreatta, “769. Storie di Pionieri”, Aurore, 2014 (cover). 

Podere_Andreatta-Borgo.Bainsizza_ONC.769-2

La lapide originaria del Pod. Andreatta a B.go Bainsizza.

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