4th Nov, 2011

Verso una nuova rete scolastica. Drastico taglio delle autonomie

Se veramente si andasse alla concessione delle deroghe pretese da alcuni politucoli locali il quartiere di Latina Ovest, con più alunni rispetto ad alcune realtà precarie che si vorrebbero preservare e dove non è stata prevista l’istituzione di un nuovo I.C., dovrebbe essere in qualche modo risarcito.

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 Intervista ad ExtraTV (Sovrani/Andreatta, 3.11.2011).

Per il Piano provinciale di dimensionamento scolastico siamo oramai in Zona Cesarini ma continuano ad affluire all’Amministrazione Provinciale di Latina le più svariate proposte, ognuna critica delle precedenti. Sulla Stampa Pontina si legge che c’è chi ha minacciato di ricorrere al Tar del Lazio (il termine ultimo per adire è il 6 nov.) nel tentativo di vanificare l’Atto di indirizzo emesso dalla Regione Lazio dopo la pubblicazione della Legge n. 111/2011 il cui art. 19, c.4 recita: “Per garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall’anno scolastico  2011-2012 (modificato in 2012-2013) la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado; gli istituti compresivi per acquisire l’autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche”.  Ma i Tribunali amministrativi sono stati istituiti per correggere abusi o vizi di legittimità in casi puntuali, non per sostituirsi ai legittimi indirizzi della politica né mi sembra che possa esistere il diritto soggettivo ad essere soddisfatti, ma solo eventualmente un legittimo interesse leso e da ripristinare con la tutela del tribunale. Ma, se la legge in questione prevede Istituzioni autonome (e dirigenza) solo in caso di sussistenza dei requisiti, cioè di più di 1.000 alunni, come fanno (con quale fondamento legale intendo, di legittimità o di sola speranza) dei semplici consiglieri comunali o provinciali a proporre allegramente, in spregio alla stessa, deroghe non ordinariamente contemplate, fatte salve le eccezioni, per scuole con numero inferiore di iscritti/frequentanti? Chi ha studiato diritto sa che una legge dello Stato (finchè non viene abrogata) si deve solo ottemperare. Che non la si può interpretare secondo le molteplici e differenti convenienze soggettive. Io potrei anche non condividerne i principi, e non li condivido affatto in questa circostanza tanto da manifestare pubblico dissenso e contrarietà con il dettato perchè non prevede una prospettiva di sviluppo di qualità per la scuola pubblica (malgrado l’affermazione in premessa al comma: “Per garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione…” ) bensì solo  rastrellamenti e ulteriori torchiature delle già esigue risorse finanziarie e professionali messe a disposizione e, tuttavia, se la G.U. pubblica una legge promulgata dal Capo dello Stato come ci si deve correttamente rapportare con essa? E così ho anche concretamente collaborato alla formulazione della proposta di Latina, in quanto decano dei dirigenti scolastici italiani e perchè mi è stato espressamente richiesto dagli stessi colleghi che, nei meriti della questione, mi hanno ritenuto neutrale e disinteressato alle particolari suggestioni. Dirigenti scolastici e funzionari del Comune di Latina, sotto la regia dell’ ass.re alla P.I. Marilena Sovrani, hanno lavorato per oltre un mese e mezzo, ora al IV Circolo didattico e ora in Assessorato al PalaCultura, elaborando varie bozze ma licenziandone, convintamente alla fine, solo una ritenuta più fattibile di altre, quella con 10 I.C. approvata poi senza particolari scosse sussultorie e ondulatorie dalla Giunta Esecutiva del Comune capoluogo e dalla Commissione tecnica della Provincia. Le interne divergenze e opinioni si sono orientate trovando coagulazione intorno a quella proposta salvo l’espressa, ma bisogna dire anche davvero immotivata, insodisfazione della S.M.S.Volta non contenta degli oltre 1250 alunni assegnati perchè aspirante ad un bacino di utenza superiore. A Latina, in Provincia, in Regione Lazio e al Governo la filiera politica dominate è di destra, mi sembra  di ravvisare, perciò, delle singolari illogicità in alcune demagogiche prese di posizione suscitate da esponenti della stessa parte. Ma le dinamiche clientelari, mai assenti in questa Provincia,  sono spesso imprescrutabili. Più logiche le prese di posizione di alcuni sindacati come la CISL e la CGIL che ipotizza, sia pure nell’immediato futuro, l’istituzione di 12 I.C. . Ma che senso di realtà avrebbe, se non sulla base di un esasperato campanilismo, invocare due autonomie scolastiche distinte e separate per Castelforte e S. Cosma e Damiano? O invocare la riduzione della condizione numerica spettante solo alle località montane (in condizione di oltre il 60% del territorio comunale sopra i 600 m. s.l.m.) per comuni lepini o aurunchi posti ad un’altezza medio-collinare di 3/400 metri?

Per il gusto dell’alterazione del diritto o, più probabilmente, di una  disinformazione e deformazione praticate sul territorio dal politico locale? Se così fosse sarebbe la sconfitta del diritto e la punizione immeritata, ad esempio, del II Circolo didattico di Latina (in foto) soppresso nel disegno malgrado i suoi 650 alunni e che avrebbe potuto invece facilmente rinforzarsi ed essere salvato (11° I.C.) riaccorpando le scuole  di Borgo Piave, fino al 2000 già da esso amministrate,  e acquisire i requisiti dell’autosufficienza unendosi più naturalmente di altri con la viciniore S.M.S. Corradini. Si sarebbe riconosciuta l’esigenza di un I.C. al quartiere di Latina Ovest, dove già funzionano a pieno regime due Licei come il sociopedagogico e coreutico Manzoni e il tecnologico Marconi. Un quartiere precario con una sociosfera particolare, soggetto a continui flussi migratori di cittadini stranieri e alle dinamiche della dispersione scolastica. Se veramente si andasse verso la concessione delle deroghe pretese questo quartiere di Latina, così tartassato dalla mancanza di servizi pubblici di base, dovrebbe essere risarcito.  Sergio Andreatta

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A R T I C O L I     C O R R E L A T I

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Intervista di RadioLuna  all’ass. alla P.I. Marilena Sovrani e al decano dei dirigenti scolastici italiani Sergio Andreatta 

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