4th Nov, 2008

Scuola. Silvia Costa sono contro il decreto Gelmini

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Dal Parlamento arrivano nuove leggi sulla scuola, nelle strade si sviluppano nuove proteste. Il decreto Gelmini non ridefinisce soltanto il modello delle elementari, tra l’altro senza un chiaro progetto pedagogico in testa, ma fa scattare un allarme sull’insostenibilità della qualità.

Il Convegno del PD di Latina “Decreto Gelmini, la scuola che sarà” nel titolo replica quello di un  mio articolo “Scuola italiana, la scuola che verrà”. Nella Sala Conferenze del Palazzo della Cultura sono presenti Maria Coscia, responsabile nazionale della Scuola, Silvia Costa (in foto di Sergio Andreatta), assessore all’istruzione della Regione Lazio, Graziella Beltrami, responsabile provinciale del Forum, Laura Mariottini, responsabile provinciale della scuola e Nicoletta Zuliani, responsabile della scuola del partito democratico di Latina. A metà serata è toccato all’attore Danilo Proia declamare una parte del noto discorso pronunciato da Pietro Calamandrei l’11 febbraio nel 1950 al III Congresso dell’”Associazione a difesa della scuola pubblica”. Tema già da me trattato in un precedente articolo. Nel discorso per certi versi profetico di Calamandrei  compaiono così termini come «larvata dittatura», o «partito dominante» che sembrerebbero particolarmente calzanti col clima attuale. In realtà dalla comparazione dei due contesti storici, per gli aspetti sociali e politici, appare una dissimiglianza  da far ritenere una forzatura, anche filologicamente scorretta, ogni sovrapposta interpretazione. Il convegno, grazie alle due relatrici politiche, si addentra, quindi, con precisione chirurgica e dovizia di dati e cifre sulla politica dei tagli e su un’economia che si vuole puntellare attingendo alle risorse della scuola e dell’università. E ancora una volta viene sviscerata e si gira intorno alla questione del cosiddetto “maestro unico” ritenuta una soluzione inidonea a dare risposte educative in una società moderna e complessa com’è quella italiana. In realtà la L. 1108 tocca così tanti aspetti dell’organizzazione sociale e civile del Paese che soltanto uno studio attento dell’intero articolato può renderli noti. 

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