16th Dic, 2017

Latina. “Protestantesimo e cultura italiana”, relatore Martin Wallraff

Latina, Curia vescovile, Sala San Lidano d’Antena.

Convegno di studio a 500 anni (1517/2017) dalla Riforma di Martin Lutero (Martin Luther).

“Protestantesimo e cultura italiana”, relatore il pastore luterano, docente di teologia all’università di Monaco di Baviera e Basilea, prof. Martin Wallraff.

Presiede il Vescovo mons. Mariano Crociata in un”aula piena per la presenza degli insegnanti diocesani di I.R.C. La mia partecipazione al dibattito seguito alla Relazione si sarebbe inserita nell’intervallo storico tra la pubblicazione della Bibbia di Erasmo del 1516 e il Concilio di Trento, con un quesito al pastore-teologo sull’affermazione luterana del libero esame/arbitrio e il rifiuto del Magistero, quindi sull’accostamento diretto senza mediazioni (sola scriptura) alle Sacre Scritture come unica via di salvezza (per sola fede) in un contesto sociale come quello dell’epoca dominato da analfabetismo diffuso, in cui – sì e no – un 1% della popolazione avrebbe probabilmente potuto accostarsi tecnicamente ai nuovi testi stampati da Gutenberg e dal nostro conterraneo di Bassiano, stampatore a Venezia, Aldo Manuzio. Senza contare l’inescludibile necessità di una consapevole decodificazione esegetica in qualche modo pur garantita a tutti dal Magistero della Chiesa. Insomma ambivalenze sulla via della salvezza per la sostenuta affascinante ricerca di libertà personale (pecca fortiter sed crede fortius /giustificazione per sola fede e non per le opere) e la negazione che ad essa si contrapporrebbe dell’autorità e del magistero.

L’affascinante ricerca della libertà e la via personale come strumento di salvezza contrapposte alla tradizione contaminata, secondo l’osservazione diretta del monaco agostiniano calato a Roma, dal mercato delle indulgenze e da episodi di malcostume del clero. In realtà le spinte all’affissione delle sue famose 95 tesi sulla porta della cattedrale di Wittenberg il 31.10.1517 furono storicamente molteplici, culturali, politiche o di semplice opportunità se non si vogliono trascurare gli impetuosi fermenti nuovi dell’umanesimo con l’arrivo in Italia di molti intellettuali grecisti dopo la caduta di Costantinopoli e della scoperta di nuovi mondi con la scoperta dell’America. L’illustre Relatore precedentemente aveva ben incastonato il tema in tre capitoletti nel clima culturale degli Umanesimi, non nazionali italiano o germanico perché inesistenti ma più regionali e policentrici, nelle nuove traduzioni post-gerolominiane della Bibbia e nella loro diffusione a stampa, mettendo peraltro in considerevole risalto le figure di Erasmo da Rotterdam, Marsilio Ficino, Filippo Melantone e anche del card. Giovanni Gerolamo Morone, già vescovo di Modena a soli venti anni, che pur essendo un inquisitore cercò di trovare accordi con gli eretici per evitare che venissero accusati ma la sua opera di mediazione avrebbe conseguito scarsi ed ininfluenti risultati, fino al suo stesso arresto per deviazione ad opera dell’Inquisizione. E il card. Gasparo Contarini che (Colloqui di Ratisbona) senza ombre di eresia era arrivato ad affermare che la giustificazione era ottenibile per fede.

Nel coincidente 31 ottobre 1999 ad Augusta il Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e la Federazione mondiale luterana avrebbero sottoscritto una “Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione” convenendo che la teologia – sia per i protestanti che per i cattolici o per gli ortodossi – è una sola e la giustificazione è ottenuta per fede come già proposto dal cardinal Gasparo Contarini nel 1541. Sergio Andreatta, Riproduzione Riservata.

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