2nd Gen, 2022

La mia esperienza militare alla Scuola di Fanteria

Scuola di Fanteria di Cesano, 1973/’74.

In foto: Scuola di Fanteria di Cesano di Roma (1973/’74), 5 mesi di Corso (da mortaisti da 120) e 15 totali di naia (io – in alto al centro – assegnato a fine corso al Comando, Ufficio Studi e Programmazione). Ringrazio vivamente chi me l’ha girata poco fa, Fiorino Lauretti da Vallecorsa (in prima fila in basso a destra) e il salernitano, spassoso avv. Fulvio Apolito, al mio fianco. Ero già insegnante di ruolo e per questo qualcuno in compagnia mi sfotteva chiamandomi “il professore”, altri “lo zar” (così anche nell’Almanacco di fine Corso) per via dei folti baffi biondi. Tra tutte le Compagnie della Scuola quella dei mortaisti da 120 era considerata quella degli intellettuali con molti corsisti laureati e tutti almeno diplomati. Su un frammento del TG di RAI 1 del 4 nov. 1973 mi ritrovo di guardia al Monumento del Fante mentre veniva decorato con una corona di alloro deposta dal Min. della Difesa Tanassi. Nella settimana del 25 aprile 1974, a quarant’anni dalle fucilazioni di quasi settanta tra soldati e partigiani tra cui don Giuseppe Morosini ad opera dei nazisti, comandavo il Forte Bravetta dove erano avvenuti i tragici fatti. Un’esperienza di vita difficile da immaginare, di quelle che non si fanno più. Ricordo ancora oggi i tanti amici di allora tra cui l’ing. Luisito Merli di Voghera e il dott. Alessandro Iorio di S. Nicola La Strada (CE), cui sarò sempre grato per essermi stato testimone di nozze il successivo 18 luglio ’74 nell’ Abbazia di Fossanova. Ah, la naja, periodo lungo, contraddittorio e per molti versi inutile! Eppure anche per me, non alla prima esperienza di vita fuori casa per aver già lavorato due anni all’ ENAOLI di Avellino e insegnato un anno nell’Isola di Ponza, ha comunque rappresentato un’ indelebile opportunità di crescita personale.

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