23rd Gen, 2022

Chi lavora nella fabbrica dei veleni?

Questo libro di Nuzzi non l’avevo ancora letto né l’avrei forse mai letto ma ora, dopo la recente inchiesta per altri capi d’accusa promossa dalla stessa Arcidiocesi di Monaco, sono tentato di farlo. Chi lavora in questa fabbrica vaticana dei veleni? A cominciare dal caso Boffo e dalla relativa diatriba tra L’Avvenire, di cui era il direttore, e L’Osservatore Romano (in posizione contrapposta su Berlusconi allora al governo). Il caso Viganò, presunta vittima del card. Bertone che lo caccia dal Governatorato frustrandogli ogni aspettativa di carriera cardinalizia darà la stura a infinite polemiche originate anche dal monsignore che alza il braccio delle sue aspersioni maligne. E poi la questione dei casi di pedofilia in molte diocesi del mondo con le vittime che reclamano risarcimenti milionari e la conseguente crisi finanziaria e dell’obolo di S. Pietro… Più riservate che segrete queste carte sembrano fornite all’autore Gianluigi Nuzzi (già autore di “Vaticano S.p.A.” nel 2009) da un anonimo prelato (fonte “Maria”) mosso e tormentato da passioni insondabili, non sempre nobili perché nutrite di chissà quali oscuri interessi. L’idea che se ne ricava è quella di essere in un mondo di lobbisti. E qui non c’è solo il maggiordomo che fotocopia o l’uomo delle pulizie che riferisce, c’è una regia, un ordine superiore, una trama coinvolgente e un alone di tradimento di quelli che non sono mai mancati nella Chiesa fin dalle sue origini. Un mondo di intrighi per cui lo stesso Joseph Ratzinger già nel 1977 ammoniva: “La Chiesa sta diventando per molti l’ostacolo principale alla fede. Non riescono a vedere in essa altro che l’ambizione umana del potere…”. Tutto questo basta per capire che il diavolo, il ricatto, l’inferno prosperano nel mondo di congiure e di lotte intestine per il primato in Vaticano e che il papa, anche Francesco che però dovrebbe promulgare la promessa riforma della Curia romana entro quest’anno, allo stato attuale può fare ben poco o nulla per contrastarli. Una Spy story che maschera il suo vero obiettivo, quasi a far credere che la Chiesa sia solo un potere economico finanziario più che essenzialmente un’agenzia religiosa e spirituale. Mi sembra anche di capire chi possa esser stato il cospiratore e sponsor di tutto questo, magari un cardinale che ancora, dentro e fuori le Mura leonine, continua ad agitare le acque del Giordano e del Tevere. Questo libro non ho voluto comprarlo dieci anni fa né l’avrei acquistato ora, semplicemente era lui ad aspettarmi in fondo alla mia stessa chiesa parrocchiale dopo esser stato letto, scandagliato, sottolineato a matita, chiosato dalla probabile mano di un prete, o di una “preta”, forse desiderosi a loro volta di non interrompere l’anello di questa specie di ignobile catena di S. Antonio. Sergio Andreatta

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