31st Dic, 2023

In memoria di Giuseppe Giuliano medaglia d’oro.

Chi non ricorda non vive e questo vale anche e soprattutto per una scuola. L’Istituto Comprensivo G. Giuliano di Latina ha ricordato il 20 dicembre 2023, nella ragion d’essere del suo titolo, il sacrificio avvenuto il 6 maggio del 1971 dello studente tredicenne di scuola media Giuseppe Giuliano frequentante la Dante Alighieri a Palazzo M. Già nell’immediatezza della tragedia gli sarebbe stata conferita alla memoria la medaglia d’oro al valor civile* da parte del Presidente della Repubblica G. Saragat per l’essenziale contributo alla cattura di un pericoloso delinquente. Giuseppe intravisto Nenè, ritornato nei paraggi di casa sua per salutare la ragazza, correva ad avvisare il padre della sua presenza in cortile e nella concitazione che ne sarebbe seguita sarebbe involontariamente partito un colpo di pistola … Oltre gli Autori del libro “240 ore” il regista Cristian Goffredo Miglioranza e Danilo Ceirani, erano presenti alla manifestazione i familiari del ragazzo ucciso, la sorella Maria di un anno più giovane di lui e il nipote, entrambi docenti ad Aversa lei a Palermo lui … Eppure sulla tragica morte non sarebbe mai stata fatta piena luce, qualcosa di contraddittorio venendo all’epoca sottaciuto (più che la pistolettata dell’evaso, in un presunto incrocio di spari, a colpire pare che sia stato il fuoco amico di un altro agente carcerario), mentre alla sorella ho potuto privatamente rivelare un episodio in qualche modo correlato e che mi riguarda direttamente. La sera sera del 28 aprile 1971, intorno alle 21,50, avevo intercettato io stesso in via Ecetra i tre appena evasi dalla vicina Casa Circondariale di via Aspromonte (ne avrei avuto conferma il giorno dopo dal notiziario della radio ). I tre mi venivano incontro piuttosto malconci occupando frontalmente l’intera sede stradale, tra essi al centro uno palesemente zoppicante (Giovanni, detto Nane, Pregnolato). Alla luce dei fari il quadro mi dovette sembrare subito particolarmente preoccupante. Così dopo una rapida inversione dell’auto (la R8 bianca del forestale Emilio Pirri, mio futuro suocero, con cui viaggiavo insieme ma che in quel momento guidavo io) in preda ad un grave turbamento o per un inafferrabile sesto senso sarei tornato indietro in Via Isonzo per allertare la Squadra Mobile, con i due agenti a bordo della volante, che avevamo appena visto stazionare davanti al ristorante Mimì. Forte dell’impressione ricevuta pure il forestale a bordo avrebbe perorato la necessità di un sollecito controllo dello sgangherato terzetto. Purtroppo quegli agenti persero tempo attardandosi a parlare a lungo con il radiotelefono prima di muoversi tanto da non trovare più poi i tre ceffi che, probabilmente insospettiti dall’improvvisa manovra, avevano mangiato la foglia si erano nel frattempo dileguati nel buio delle campagne circostanti. Così quell’inconcepibile ritardo, per quello che sarebbe accaduto nei giorni successivi al Quartiere Gescal, mi avrebbe lasciato per sempre una pietra nel cuore. Sergio Andreatta

* La menzione dell’onorificenza recita:” Per il fulgido esempio di generoso coraggio e di amore filiale, spinti fino all’estremo sacrificio”.

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