V Edizione, ieri sera, nell’ospitale “Ritrovo” di Borgo Carso (Foto e articolo di Sergio Andreatta).
Il grande successo di “Datti una mossa” non è mancato neanche nella V Edizione del 2009. Quest’anno la tradizionale manifestazione di beneficenza, promossa dall’Associazione Arcobaleno e da Top Dancing Latina, è stata anticipata di un mese e mezzo per permettere la presenza della stessa missionaria comboniana pontina che ha iniziato e porta avanti, tra gli altri, il progetto delle adozioni a distanza nella Missione di Esmeraldas (Ecuador). Dice monsignor Eugenio Arellano, vescovo di Esmeraldas con cui Madre Camilla ha collaborato per 12 anni come responsabile nella pastorale educativa:”La familia esmeraldeña en general, y el pueblo negro en particular, ha interiorizado la idea de que la forma de salir de la pobreza es a travès de la educación.
Por eso todos se esfuerzan en dar a sus hijos e hijas esa oportunidad invalorable”*. Idea propria anche di Frandila, una ragazzina di 12 anni che già conosce il peso di un lavoro:”Aquì en el Panita, me enseñan que la educación es el respeto, es la solidaridad, es la felicidad”*. Educazione come felicità e futuro… Ah, capissero soltanto qualcosa di questo i nostri supercoccolati ragazzi italiani!
Madre Camilla Andreatta opera in una provincia dove gli afro-ecuadoriani sono minoritari, e ancora abbastanza discriminati, rispetto alla nativa nazione degli indios. La storia racconta di una nave di negrieri scaraventata da una tempesta sulla riva, della necessità di recuperare legname nella foresta per le riparazioni, di schiavi mandati a raccogliere fasciame ma non più rientrati, della loro fuga nella foresta a inseguire il loro sogno di libertà, del loro clandestino insediamento, della loro proliferazione fino a diventare un popolo che oggi, quattro secoli dopo, occupa a maggioranza il territorio di questa provincia del nord-ovest dell’Ecuador, di fronte alle Isole Galapagos, che prende il nome dal fiume Esmeraldas che a sua volta lo aveva mutuato dal verde delle boscose rive e dalle pietre. Questa pare essere la storia ma l’alcalde de Esmeraldas, Ernesto Estupiñán, preferisce riscriverla più poeticamente a suo modo:”… El barco naufragó, y los negros que se salvaron se quedaron aquí. Nosotros creemos que sucedió de oltra manera: pensamos que los negros al pasar por Esmeraldas, que era una gran selva, percebieron a su África y se revelaron, se amotinaron y se tomaron estas tierras…”*. E perchè non possiamo dar credito alla struggente voce del cuore, ai nativi e ineliminabili richiami della libertà? Ad una lotta eroica per conseguirla?
Un ambiente tanto bello e suggestivo quanto inquinato, come ecosistema, da una grande raffineria di petrolio e guastato da condizioni antropologiche davvero miserabili per la gente dei barrios di periferia. Solidarietà e missionarietà cristiana, questi sono i due cardini sui quali girano essenzialmente i progetti di aiuto sociale, educativo e sanitario di Madre Camilla Andreatta. Eppure su quelle labbra negre non manca mai il sorriso, come nel cuore non manca mai l’allegria. “Usted no se imagina la visión positiva de la realidad que tiene el negro – aggiunge mons. Arellano –. Aunque esté en la situación real más desastrosa, nada le roba la sonrisa”*.
Niente sembra, quindi, rubare il sorriso al negro di Esmeraldas: non la povertà, non la mancanza di servizi essenziali, non la paura per l’indiscriminato aumento della violenza che pure si respira quasi normalmente per le strade dei barrios.
L’incasso della serata, che si è avvalsa dell’interessante e movimentato spettacolo artistico offerto da tanti ballerini, cantanti e complessi musicali, sarà ancora una volta devoluto a favore dei niños di Esmeraldas di Madre Camilla. L’attiva missionaria di Borgo Bainsizza ha rivolto il suo plauso non soltanto ai decisivi numerosi partecipanti ma anche agli sponsor e, soprattutto, agli infaticabili organizzatori di “Datti una mossa – 5” (Stefania Pegorin, Riccardo, Annamaria e Luana Cenci e, per Top Dancing Simone Seccafien), ai sostenitori tra i quali una menzione speciale va sicuramente fatta per il proprietario del noto locale Pino De Maria.
* Considerazioni da “Niñez esmeraldeña, Retrato de la diversidad”, a cura dell’UNICEF – Ecuador.