17th Dic, 2010

Sergio Andreatta, Neve a Latina

Neve a Latina

(510) di Sergio Andreatta

Era tempo che accadesse e finalmente la neve si è posata sulla città di pianura, dopo 25 anni.

Mai vista un’alba così fredda e schietta come quella di stamattina, nelle campagne pontine la temperatura è scesa nella notte sotto zero. Stupefatta la vista che si aguzza verso i Monti Lepini dove sorge un sole raro nel suo splendore. Poi via via, mentre la vita prende il suo ordinario corso lavorativo, il cielo cambia aspetto, si vela, la luce sembra perdersi. I primi fiocchi timorosi a mezzogiorno, quasi avessero fame di terra per avvicinarsi all’ora giusta del pasto. Soltanto una prima prova, però. Tra le due e le tre l’aria cambia ancora, la tramontana sembra farsi più pungente, graffia e raggiunge le ossa. Un passero disperato cerca cibo entrando su una grossa coppa di fiori e saltellando sul pavimento della terrazza della cucina. Gli getto delle molliche e senza spavento lui continua a beccare. L’aria è più fredda e ha un odore che non saprei definire. Ed ecco che, come incoraggiati i fiocchi ora cadono così fitti da non poter tenere gli occhi aperti. La neve stenta ad attecchire all’inizio. Ma poi quando vince il suo desiderio di bianco, la sua idea di pulito sopra le brutture di ogni giorno non si estingue più. La bambina di meno di due anni sta col naso schiacciato sul vetro della cucina incantata da quelle farfalle birichine che svolazzando, come in un gioco, sembrano cadergli sul capo. Ogni tanto un mulinello di vento le fa deviare portandole lontano tra le foglie scosse e oscillanti del grande eucalipto di fronte. Il velo un po’ alla volta si posa sui tetti, sulle siepi, sul prato del giardino, sulle nervature degli alberi, sulla strada dove rallentando continuano a passare le macchine. Siamo tutti inquieti, ansiosi ma soprattutto euforici. Continuiamo a scattare foto di un evento destinato a non ripetersi frequentemente. Il bambino ammalato che nel sonno aveva sognato la neve si sveglia sorpreso di trovarla. Il suo sogno qualcuno lo ha esaudito, forse Babbo Natale già così in movimento in questi giorni di vigilia. “Sono le piume bianche delle cicogne, nonno Sergio!”. Alcuni fiocchi si smarriscono, alcune volute brancolano nel rumore silenzioso ma ormai è tregua. E quando la semina a spaglio dei candidi fiocchi è ormai del tutto finita la sua speranza rimane ancora nell’infinita  allegria che invade tutti. © – Sergio Andreatta – Latina, 17.12.2010. – Riproduzione riservata

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