30th Gen, 2011

Shoah, 10 anni di Memory Day

Shoah, 10 anni di Memory Day (2001/2011) in Italia.

 

523. “La storia nostra è storia della nostra anima; e storia dell’anima umana è la storia del mondo” così Benedetto Croce (*). Tutto quello che da sempre si dice sulla memoria storica e sulla sua innegabile importanza a fini socio-educativi, significativamente vale per questa celebrazione.

Il Memory Day della Shoah fa parte ormai nel nostro Paese delle date importanti dell’anno. Si ricorda il 27 gennaio del 1945, la liberazione di Auschwitz. La data è stata scelta dall’ONU come data simbolica per la liberazione di tutti i lager. L’Italia, con una legge approvata dal Parlamento all’unanimità dieci anni fa, ne ha fatto una data di celebrazione, con intenti edificanti  per le scuole. La ricorrenza è stata istituita dal Parlamento Italiano il 20 luglio 2000 con la legge n. 211 che statuisce: “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte…(…)…”.

L’avvicinarsi della data ha stimolato un’attività intensa e senza stanchezze all’interno delle nostre scuole, sono stati approntati dei percorsi, intraprese delle iniziative, visti dei filmati scelti, letti e partecipati brani di libri perché Anna Frank e Primo Levi erano, comunque, già da prima nel cuore dei ragazzi delle elementari. Nei TG abbiamo sentito il discorso del Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano, assistito alle cerimonie della Camera e del Senato. Abbiamo visto la Comunità Ebraica non soltanto di Roma radunarsi nella grande sinagoga sul Lungotevere (luogo sacro preminente che tutte le nostre scolaresche dovrebbero imparare a visitare, insieme con il Museo Ebraico, non soltanto per rispetto della storia ma per quell’atmosfera di profondo rispetto degli altri che si respira). Entrare in quella sinagoga, se non si può arrivare fino alla visita ad un lontano campo di concentramento o alle vicine Fosse Ardeatine, è davvero commovente.  Eppure… non si può concentrare tutto il senso in una sola data, in una sola o in qualche celebrazione. Bisognerebbe che il genitore e il docente nel comune progetto della loro compartecipazione educativa imparassero a gestire il Memory Day pure oltre le immagini dei mattoncini della memoria cementati per strada al Portico di Ottavia o le pur significative interviste ai sempre più rari sopravissuti insegnando ai propri figli/ragazzi con un’azione costante e pervasiva la riscoperta della bellezza della fraternità tra persone di diverso stato e condizione qualunque essi siano, la morale e l’etica della convivenza multispirituale e multiculturale così messa in discussione, se non pregiudicata oggi, da tanti venti contrari di intolleranza… Perché l’altro non possa e non debba essere più considerato il “mio inferno”. Da nessuno il suo inferno. © – Sergio Andreatta, dirigente scolastico, pedagogista e scrittore (Riproduzione riservata, 28.01.2011)

(*) Benedetto Croce, La storia come pensiero e come azione.

Voglio, infine, riportare la pagina scritta (come pagina di un giornalino) da un alunno, Daniele Fabietti, della V primaria della Scuola C. Goldoni di Latina, IV Circolo didattico da me diretto (sue e del padre Luca anche le foto scattate l’estate scorsa durante una visita al campo di concentramento):

TOPO MESSAGGERO

75 anni che si celebra la liberazione

27 Gennaio. La Giornata della Memoria

Sopravvive il ricordo del 27 Gennaio 1945, giorno della liberazione             da parte dei Russi dai campi di concentramento delle persone ritenute “indesiderabili”.

articolo giornata della memoria[1]

Oggi, 27 Gennaio, viene celebrata da tutto il mondo la Giornata della Memoria, per commemorare le vittime dell’Olocausto durante la Seconda guerra mondiale.

La scelta della data ricorda il 27 Gennaio 1945, quando le truppe sovietiche arrivarono presso la città polacca di Auschwitz, scoprendo il suo campo di concentramento (con orrore) e liberandone i pochi superstiti. Il termine “Olocausto” (dal greco “tutto bruciato”) si riferisce al genocidio di circa 12 milioni di civili, commesso dalla Germania nazista verso tutti quei gruppi di persone ritenute “indesiderabili”: Ebrei, Rom e Sinti (i cosiddetti “zingari”), comunisti, omosessuali, malati di mente, Testimoni di Geova, Russi, Polacchi ed altre popolazioni slaviche. L’uccisione di queste persone avveniva generalmente in massa: venivano stilate delle liste dettagliate dove erano elencati tutti i nomi dei cittadini “indesiderati”, che poi venivano arrestati e trasportati nei campi di concentramento su convogli ferroviari composti da carri da bestiame. Arrivati, i prigionieri erano obbligati ad indossare dei triangoli colorati sugli abiti, che qualificavano visivamente il tipo di “offesa” per la quale erano stati internati (per esempio, giallo per gli ebrei, blu per gli immigrati, marrone per gli zingari…) e venivano divisi in due gruppi: quelli troppo deboli per lavorare venivano uccisi all’istante nelle camere a gas, mentre gli altri venivano impiegati come schiavi nelle fabbriche situate dentro o attorno al campo.

Dal 2001 anche in Italia – come in altre nazioni – si celebra la giornata della memoria (come proposto dall’ONU). È un attività per ogni persona. Intorno a questo pezzo di storia, sono stati girati molti film e sono stati scritti tanti libri.

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