4th Ago, 2011

Latina. Addio a Villa Flora

Latina. Addio a Villa Flora

Una storia non soltanto locale, di e per Latina, questa ma grave e simbolica per la stessa ingovernabilità, e vi spiego come, del Paese-Italia.

 di  Sergio Andreatta

 

Il 25 luglio scorso Villa Flora era andata a fuoco, forse nell’ultimo  tentativo minaccioso messo in atto da qualcuno di resistere ad un’ordinanza di sfollamento legittimamente emessa dal magistrato a favore della  Claudia Residence – l’impresa che avrebbe dovuto demolirla per completare il  nuovo comparto urbanistico di via degli Elleni. Le fiamme, verso sera, erano divampate   tra i cumuli di rifiuti al quarto piano di uno stabile ormai disabitato. Da sembrare un vero e proprio colpo di teatro prima della soccombenza da parte di questa famigerata protagonista cittadina, Villa Flora, già struttura clinica psichiatra privata riservata ai malati di mente. Negli anni ’60 di moda nella Latina bene e vanto per cure che comprendevano la “cura del sonno” che qualche adolescente, pervasa dalle prime turbolenze amorose, andava a prendere quasi fosse la tintarella in un solarium. Poi, con la rivisitazione dell’impostazione neuropsichiatrica, la decadenza. E con la caduta dei tempi la caduta del prestigio, l’irrispondenza al fine terapeutico e d’investimento disegnato dai proprietari e l’uscita di scena. Nel film tante storie di malattia, di tristezza e di solitudune. Quindi dal 1977, per oltre trent’anni, l’occupazione da parte di abusivi che andavano a trovarvi stabile e gratuito rifugio, tra essi gente per bene, povera e veramente senza dimora cui il Comune di Latina non sapeva provvedere ma anche qualche persona assai poco raccomandabile. Ma raccomandabili o meno tutti avevano e hanno diritto ad una casa. In un certo senso questa Villa per le battaglie che si sono andate periodicamente a sviluppare intono e dentro di essa, con opinione pubblica, associazioni e Stampa Pontina equamente divise a favore e contro fino a diventare quasi dei partiti pro e contra l’umanità e l’accoglienza, ha finito col trasformarsi essa stessa in una cosa viva, nell’attrice di uno spaccato di vita latinense ma anche di vissuto malessere per il Quartiere di Piazza Aldo Moro. Il vicinato, e anch’io che mi son trovato casualmente a passare di lì, ha assistito all’agonia, all’episodio dell’incendio come all’ultima, forse estrema espressione di una resistenza ormai impossibile. Più volte e invano il costruttore aveva tentato di far valere le sue buone ragioni alle quali gli occupanti abusivi opponevano via via crescenti e paradossali richieste di onerose buone uscite in denaro. Poi, forse, un compromesso raggiunto e accettato dalle parti. E ora, finalmente, l’epilogo con l’inizio dei lavori di abbattimento della Villa. Se una considerazione non di troppo è possibile in questa sede su questo evento, può essere sicuramente quella che in Italia per far valere il proprio buon diritto occorre piegarsi e sottostare ai ricatti dell’illegalità, pagare e sperare infine che qualche magistrato, non pervaso da falsa umanità, ma in forza dei Codici prenda in mano la situazione e determini, con il giusto corso degli eventi, il rispetto della legge. Del danno morale e sostanziale causato da troppe improprie resistenze, del ritardo subito dalla stessa città nella pianificazione urbanistica e nella riqualificazione del nuovo quartiere, anche traducibile in danno economico per l’impresario, chi sarà mai chiamato a rispondere? Una storia non soltanto locale di e per Latina, questa, ma grave e simbolica per l’ingovernabilità del Paese-Italia, più di quanto non sembri. Sulla stessa frequenza, seppur con minore esponenza, ma nella stessa logica sfascista e antidemocratica della scandalosa interminabilità dell’autostrada Salerno -Reggio Calabria. © – Sergio Andreatta, Riproduzione riservata

 SEGUONO ALCUNI COMMENTI DA FACEBOOK:

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    • Gianluca Mattioli Villa Flora…me la ricordo…fu un ex maresciallo di PS che la ebbe in gestione…..ed era una clinica psichiatrica alla fine degli anni ’60….se me la ricordo…ne potrei raccontare di cose…..
      15 ore fa · ·  2 personeCaricamento in corso…
    • Maurizio Berti e stavolta racconta Gianluca,,
      15 ore fa ·
    • Sergio Andreatta Dai, racconta, per quanto consentito dalla privacy. Sei un neuropsichiatra, no?!
      15 ore fa ·

    • Buoso Agostino forse è meglio non raccontarle, sulle cliniche psichiatriche o manicomi… tra personale medico, paramedico e personale religioso …. le sevizie, gli stupri ecc. erano di norma, tanto poi a chi si ribellava veniva praticato l’elettroshok in maniera veramente selvaggia……
      15 ore fa ·
    • Sergio Andreatta Beh, non facciamo di ogni erba un… fascio. E poi se se ne parla aiuta comunque a comprendere e a non ricadere negli errori. E di basaglia, che diciamo?
      14 ore fa ·

    • Buoso Agostino Basaglia è stato un grande, però ho avuto la fortuna tra il 1968 e 69 di entrare nell’Ospedale Psichiatrico di Padova, portavo del lavoro che eseguivono dei ricoverati, ancora prima di Basaglia era un Ospedale molto aperto,c’era solo qualche padiglione ancora chiuso (i furiosi) ho dei ricordi di vera amicizia, indimenticabili, perchè per me erano persone con una grande emotività, mi sbaglierò ma mi sembrava che fossero superiori a noi,…. prima mi riferivo alle confidenze di un ex infermiere, ormai deceduto che ha lavorato per molti anni all’Ospedale Psichiatrico di Granzette Rovigo
      14 ore fa ·
    • Maurizio Berti Le verità nascoste sono la sabbia sotto le fondazioni della democrazia. Il loro sostituirsi alla roccia sincera, crea lo Stato di ricatto, arroganza e fumosità dei nostri giorni. Le brutte cose, raccontiamocele,
    A Fabiana Cinelli, Lilly Ferlisi e Domenico Sarrocco piace questo elemento.
    • Gianfranco Di Noi non sò cosa rappresenta ora. Ma sò cosa ha rappresentato per me e per i senza casa dei mitici anni 70. Sempre meglio dell’ex ENEL di piazza Santa Maria Goretti.
      13 ore fa · ·  1 personaCaricamento in corso…
    • Sergio Andreatta Ora, e ormai da molti anni, non rappresentava più nulla se non un ostacolo alla riqualificazione urbanistica di un quartiere. Ecco perchè ho scritto di attuale… insultante presenza.

    • Gianluca Mattioli
      Latina in quegli anni viveva le contraddizioni del boom economico e la tragica conflittualità generazionale e allora il disagio era il frutto dei nodi che arrivavano al pettine: tizio era il figlio prodigio e nessuno si rendeva conto che i …suoi erano deliri e non progetti di una nuova bonifica, poi c’erano quelli che dovevano essere sacrificati perchè per loro non c’era lo spazio vitale perchè odiati dalla madre in quanto figlio maschio del padre….ecc. poi c’era la questione sessuale: la casa di cura psichiatriche erano il ritrovo ideale per fare sesso: le figli eper fare dispetto ai genitori che le volevano perennemente “vergini” e così la follia era il modo per praticare un sesso promiscuo con gli altri pazienti e perchè nò anche con il personale sanitario. Villa Flora all’inizio della sua attività ripeteva lo stereotipo: elettroschok, promiscuità ecc. poi ci fu il declino e divenne il posto del riscatto proletario dei vip che si rifugiavano lì per le canne e per la rivoluzione anche sessuale…..poi sempre peggio….rifugio per i senza tetto……ed ora finalmente sparirà insieme al pontile della nucleare…..

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